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Nasce sulla collina vulcanica degli Astroni il vino degli antichi romani.

Eduardo Cagnazzi

Moccia: "Investiamo per ricomporre i vecchi terreni di famiglia posti sui pendii della riserva naturale una volta zona di caccia della famiglia reale spagnola"

Uve perfettamente in simbiosi con l’ambiente e il territorio vulcanico degli Astroni che nei secoli hanno conferito al terreno un prezioso substrato per l’agricoltura e la viticoltura in particolare. Un substrato fatto di sabbia, con ceneri molto fini e permeabili: le condizioni ideali per ottenere grandi vini di uve di qualità. Ne sa qualcosa Raffaele Moccia (nella foto), imprenditore di quarta generazione che, terminati gli studi, ha rinunciato alla libera professione di agrotecnico per investire in quei terreni avviando un piano di espansione e recupero dei vigneti, portandoli dai 5 ettari ereditati a 10,5 ettari, e delle sue risorse vinicole. Un’area particolarmente baciata dalla natura, situata alle porte di Napoli, della Solfatara e dei Campi Flegrei. I vigneti Moccia sorgono infatti sulle colline della riserva naturale vulcanica degli Astroni di Agnano dove la particolare pendenza del terreno, con sistemazione a terrazza, permette la sola conduzione con la zappa a mano, garantendo così il giusto approvvigionamento idrico attraverso piccoli bacini ricavati in prossimità di ogni singola vite, per assicurare la giusta pendenza del terrazzamento. “La nostra azienda confina per tutta la lunghezza con le mura della Riserva degli Astroni fatte costruire nel 1465 da Alfonso d’Aragona”, dice Raffaele Moccia. “Negli anni ho acquisito 5,5 ettari di vigneti, di cui 3,5 considerati storici, di origine ellenica, come ha certificato Ismecert, ho ricomposto quello che era il terreno di famiglia salvaguardando tutto quello che c’è di antico, come la “vite gelsomina” a bacca bianca che era molto di moda tra l’Ottocento e il Novecento come utilizzo per uvaggi con la Falanghina ed altre varietà storiche come il Caprettone e la Catalanesca. I vini che produciamo sono due Doc,  Agnanum piedirosso Campi Flegrei e Agnanum Falanghina Campi Flegrei e due Igt, Agnanum Piedirosso Sabbia Vulcanica e Agnanum Falanghina Sabbia Vulcanica”. Obiettivo di Moccia, che affianca alla viticoltura allevamenti di polli e conigli, è adesso continuare ad investire sui vitigni della collina degli Astroni per aumentarne la produzione, adesso limitata, anche per incrementare l’export in Nord Europa e Usa. Il rispetto del territorio è il credo della famiglia Moccia. “Chi si avvicina al mondo agricolo è portato ad abusare del territorio per agevolare il lavoro. Il vino che produciamo è lo stesso degli antichi romani e ne ha la medesima genealogia perché non abbiamo variato i metodi di produzione tranne l’apporto di una maggiore igiene nelle fasi di produzione senza mai abusare del territorio”.