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Pubblicità ingannevole, l'integratore Parson non favorisce la salute mentale
L'accusa è partita dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (IAP)
Pubblicità ingannevole, IAP censura l'annuncio di Cristalfarma sul Corriere della Sera in cui si evidenzia una correlazione tra l'integratore Parson e il morbo di Parkinson
Il problema della pubblicità ingannevole pare non riguardare solo Chiara Ferragni. L’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (IAP) ha censurato l'annuncio dell'integratore Parson dell'azienda Cristalfarma pubblicato a pagina 8 del Corriere della Sera del 25 novembre 2023. Secondo l'organo di controllo la comunicazione fatta da Cristalfarma crea un improprio collegamento tra il suo prodotto e il morbo di Parkinson e per questo viene considerata pubblicità ingannevole e non conforme alle regole sugli integratori.
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L'integratore Parson viene pubblicizzato "per favorire il benessere mentale" e il morbo di Parkinson. La frase "Cristalfarma è al fianco dei pazienti Parkinsoniani e delle loro Famiglie", afferma lo IAP, suggerirebbe che il prodotto in questione sarebbe in qualche modo indicato per coloro che soffrono di questa malattia. Parson viene descritto dall'azienda nella scheda del prodotto come un integratore "utile nel favorire il funzionamento del sistema nervoso centrale" e in quanto tale non può agire su situazioni alterate o patologiche. Nella stessa pagina web, però, si afferma che "in un modello preclinico di Parkinson, PARKININAX® ha evidenziato di proteggere i neuroni dopaminergici dai danni causati dallo stress ossidativo e di contribuire ad un ambiente dopaminergico favorevole”.
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Gli integratori poi possono affermare di produrre effetti specifici solo se i componenti sono stati validati da EFSA (autorità europea per la sicurezza alimentare) e ad oggi sul prodotto non si sono dati scientifici che supportano le affermazioni di Cristalfarma. Come riporta ilfattoalimentare.it, lo IAP chiarisce “che si è limitato a sottolineare che il messaggio non determinerebbe una specifica e diretta correlazione del prodotto con i pazienti affetti dal morbo di Parkison”.
“Infine, – scrive lo IAP – è noto che il vanto relativo alla proprietà e all’azione dell’integratore alimentare deve essere messo in diretta relazione con il principio attivo che lo genera e non con il prodotto nel suo complesso, pertanto l’espressione ‘integratore alimentare ideato per favorire il benessere mentale’ non è accettabile.”