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ANBI: no alla “ripaludificazione” delle aree fluviali

Gargano (ANBI): “Va favorita la protezione dei suoli organici attraverso il mantenimento di una condizione idrica ottimale per evitare che si avvii il degrado"
“Esprimiamo altresì forti riserve sulle ipotesi adombrate da alcuni settori ambientalisti di interrompere l’azione della Bonifica, consentendo alla falda freatica di innalzarsi ed alle acque di accumularsi per ricreare paludi e torbiere, perché è dubbio il vantaggio sia per la rimozione del carbonio che in termini generali; va altresì favorita la protezione dei suoli organici attraverso il mantenimento di una condizione idrica ottimale anche in periodi di scarsità idrica per evitare che se ne avvii il degrado", ha aggiunto Gargano.
"È opportuno ricordare che il 30% dei territori di pianura italiani, dove insiste gran parte dell’economia agroalimentare del Paese ma non solo, esiste grazie alla costante azione di gestione idraulica, operata dai Consorzi di bonifica. Migliorare l’equilibrio ambientale non può prescindere da condizioni di sostenibilità economica e sociale, creando così i presupposti per una decrescita infelice delle comunità e sconfessando un modello economico, quello agroalimentare, che costituisce un primato economico e occupazionale per il Paese”, ha concluso il Direttore Generale di ANBI.
ANBI è infine pronta ad integrare le componenti dei sistemi di certificazione volontaria, riguardanti la rimozione del carbonio per il comparto della Bonifica e dell’agricoltura irrigua, nel proprio standard di certificazione di sostenibilità idrica “GocciaVerde”.