Green
Difendiamo il mare: riparte da Ancona la campagna di Greenpeace
Il tour interesserà l'Adriatico centro- meridionale. Obiettivi: documentare la bellezza, sensibilizzare contro la crisi climatica e l'inquinamento da plastiche
Dopo aver studiato il Tirreno negli scorsi anni, la spedizione “Difendiamo il mare” interesserà quest’anno l’Adriatico centro-meridionale, un mare poco studiato dalla comunità scientifica internazionale nonostante la sua importanza a fini turistici e commerciali. Per via della circolazione marina, caratterizzata da una sorta di grande vortice che fluisce in senso antiorario dai Balcani verso l’Italia, e degli importanti apporti fluviali (a partire da quelli del fiume Po), diversi studi stimano che l’inquinamento da plastica potrebbe essere particolarmente rilevante lungo il versante italiano, come mostra anche il rapporto Plastic Litter in the Adriatic Basin diffuso dall'associazione ambientalista.
"La plastica che vediamo in mare è solo la punta dell’iceberg di quella presente, perché oltre il 95 per cento di questi materiali è sotto forma di microplastiche, particelle microscopiche, invisibili a occhio nudo, ingerite da tutti gli organismi marini e in grado di indurre effetti subdoli e spesso difficili da diagnosticare”, afferma Francesco Regoli, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. “La collaborazione con Greenpeace e con i ricercatori di IAS-CNR ci ha permesso negli anni scorsi di analizzare casi complessi, come gli effetti della Costa Concordia, della perdita delle ecoballe nel Golfo di Follonica o la situazione alla foce del fiume Sarno, per citarne solo alcuni. Quest’anno ci aspettiamo nuovi e importanti risultati sulla presenza delle plastiche in Adriatico anche grazie a nuovi strumenti e sistemi di analisi che contribuiranno a caratterizzare il rischio delle microplastiche in mare e ad aumentare la consapevolezza pubblica su questa minaccia.”