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Superbonus 2023: stop alla cessione del credito. Cosa succede dopo il DECRETO-LEGGE 16 febbraio 2023, n. 11
Cambia il Superbonus 110 nel 2023. Come previsto dalla Manovra del nuovo governo Meloni, inizia quest'anno la fase di transizione di una delle agevolazioni più espansive create nel settore edile, depotenziata del 20% e adesso anche priva dell’opportunità di cessione del credito. La Legge di Bilancio e il Decreto Aiuti Quater hanno infatti stabilito le scadenze per la precedente formula del Superbonus, modificando, tra le altre cose, anche le regole sulle cessioni, e creando forti malumori in tutti gli agenti del settore edile in Italia. In questo articolo approfondiremo tutte le novità introdotte dal nuovo governo, andando a fare chiarezza su alcuni dei punti cruciali di uno degli incentivi statali più importanti.
Innanzitutto, vale la pena ricordare di cosa si parla quando si fa riferimento al Superbonus 110. Si tratta di una misura introdotta dal governo italiano nel 2020 per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici e la messa in sicurezza sismica degli immobili. Grazie a questo incentivo, è (o meglio era) possibile ottenere una detrazione fiscale del 110% per le spese sostenute per questi interventi. Il Superbonus 110 è stato prorogato fino al 31 dicembre 2023, seppur con un ridimensionamento che ha portato la detrazione fiscale al 90%, sempre per gli interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli edifici. Ecco tutte le novità che bisogna conoscere.
Indice degli argomenti:
Come funziona il bonus 110
Come abbiamo detto, quando si parla di Superbonus si fa dunque riferimento a una misura utile per incentivare l'ammodernamento degli edifici italiani, in vista anche di una riqualificazione energetica richiesta a livello europeo in un'ottica di sostenibilità. La detrazione fiscale prevista dal Superbonus fino al 2022 è stata del 110% delle spese sostenute per gli interventi. In pratica, ciò significava che le spese sostenute per gli interventi potevano essere detratte dalla dichiarazione dei redditi per un importo pari al 110% del loro valore.
Per accedere al Superbonus 110 era necessario rispettare alcune condizioni, o meglio determinati vincoli, validi peraltro anche per il nuovo bonus. In particolare:
il richiedente è tenuto a garantire un miglioramento di almeno due classi energetiche attraverso l'intervento programmato, oppure, se impossibile, di una sola classe, ma per raggiungere la più alta in assoluto (l'aumento deve essere certificato da un attestato di prestazione energetica rilasciato da un tecnico);
il bonus aiuta a ridurre il rischio sismico di un edificio (ma dal 1° gennaio 2022 tale requisito è rimasto valido solo per le zone colpite da terremoto a partire da aprile 2009).
Provoamo a fare un esempio pratico del suo funzionamento. Supponiamo che un proprietario di un immobile intendesse effettuare dei lavori di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica, per un costo totale di 50.000 euro. Con il Superbonus 110%, il proprietario poteva beneficiare di una detrazione fiscale del 110% delle spese sostenute, pari a 55.000 euro, che poteva essere utilizzata in tre modi differenti:
detrazione diretta (il proprietario poteva detrarre direttamente l'importo della detrazione fiscale dall'imposta sul reddito delle persone fisiche o dell'imposta sulle società dovuta nei successivi cinque anni, in quote annuali di pari importo, fino a esaurimento dell'importo totale);
sconto in fattura (il proprietario poteva richiedere allo stesso tempo dell'emissione della fattura il pagamento delle spese sostenute, netto di IVA, e applicazione dello sconto in fattura pari all'importo del credito d'imposta;
cessione del credito d'imposta (il proprietario poteva cedere il credito a un soggetto terzo, come banche o intermediari finanziari, che a sua volta potrebbe utilizzarlo per abbattere il proprio debito fiscale o cederlo ad altri soggetti;
In ogni caso, nel nostro esempio, il proprietario avrebbe avuto la possibilità di recuperare l'intero importo di 55mila euro, corrispondente al 110% delle spese sostenute per i lavori, anche se avesse scelto di utilizzare l'opzione di cessione del credito d'imposta. Questo rendeva il Superbonus 110% una misura molto vantaggiosa per chi intendeva effettuare interventi importanti di riqualificazione e messa in sicurezza. Tutto questo, però, ad oggi è cambiato.
Quello che è rimasto uguale è invece il fatto che il bonus sia applicabile a non più di due immobili di proprietà e possa essere utilizzato anche per detrarre le spese necessarie alla realizzazione dei lavori, come i costi di progettazione, di smaltimento e così via.
Cosa rientra nel bonus 110
Abbiamo visto più nel dettaglio come funziona questa misura. Ma quali lavori si possono fare con il bonus 110 che sta per esaurirsi e con il nuovo Superbonus 90? Fermo restando che l'incentivo si applica agli interventi effettuati da condomini, persone fisiche, istituti autonomi di case popolari, cooperative di abitazione, ONLUS, associazioni e società sportive dilettantistiche e soggetti IRES, il bonus include interventi come:
isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali;
sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con sistemi ad alta efficienza energetica;
messa in sicurezza sismica degli edifici attraverso la realizzazione di strutture antisismiche o il consolidamento di murature.
È importante precisare che l'elenco degli interventi ammissibili con il Superbonus 110 è stato definito dalla legge di conversione del Decreto Rilancio e può essere soggetto ad aggiornamenti o modifiche da parte del legislatore.
Accanto ai lavori sopra elencati, definiti come trainanti, possono essere inclusi nella richiesta di bonus anche dei lavori secondari, da svolgere obbligatoriamente solo se in presenza di uno di quelli già citati. Si tratta dei lavori trainati. In altre parole:
installazione di pannelli solari e fotovoltaici;
installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici;
interventi di efficientamento energetico degli edifici esistenti.
Non rientrano in alcun modo nel Superbonus invece gli interventi effettuati su unità immobiliari residenziali appartenenti alle categorie catastali A1, A8, e A9, ossia abitazioni signorili, ville e castelli.
Quali banche coprono il Superbonus
Il Superbonus 110 è una misura introdotta dal governo italiano e non prevede una copertura diretta da parte delle banche. Tuttavia, le banche possono offrire finanziamenti a tassi agevolati per la copertura delle spese necessarie per gli interventi previsti dal Superbonus.
Alcune banche italiane hanno quindi predisposto prodotti specifici per finanziare gli interventi previsti da questa misura. Tali prodotti finanziari possono essere dedicati sia a privati che a imprese e possono prevedere tassi di interesse agevolati, importi di finanziamento elevati e tempi di rimborso lunghi.
Rispetto a qualche mese fa, però, le cose sono diventate leggermente più difficili. Sono molti infatti gli istituti che hanno preferito limitare le offerte relative a questo tipo di finanziamenti, e altri hanno scelto addirittura di chiudere ogni canale per l'avvio di nuovi progetti, a causa delle problematiche che ruotano attorno alla cessione del credito.
Per questo motivo è sempre necessario informarsi preventivamente sull'offerta dell'istituto di credito prescelto, prima di avanzare una richiesta formale.
Fatta tale premessa, offrono ancora prodotti inerenti al Superbonus questi istituti: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Sella, Gernerali Italia, Unipol Sai, Monte dei Paschi di Siena, Carige, BNL, Fineco Bank, Credit Agricole, BPER Banca, Banca Desio, Mediolanum, Poste Italiane.
Superbonus e cessione del credito
Il Superbonus 110 prevedeva la possibilità di cedere il credito d'imposta corrispondente alla detrazione fiscale del 110% spettante per gli interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica degli edifici. In pratica, chi effettuava gli interventi poteva decidere di cedere il credito d'imposta ad un soggetto terzo, ad esempio una banca o una società di finanziamento, in cambio di un finanziamento o di un pagamento immediato del credito.
Ma perché tale pratica era così conveniente? Innanzitutto perché consentiva di ottenere liquidità immediata, senza dover attendere la scadenza del quinquennio previsto per la fruizione della detrazione fiscale. Inoltre, poteva essere vantaggiosa anche per chi, non avendo un'alta capacità fiscale, non avrebbe potuto sfruttare appieno la detrazione.
Tuttavia, era anche importante valutare attentamente le condizioni della cessione del credito d'imposta, in particolare le spese e le commissioni applicate dal soggetto cessionario, che potevano ridurre l'importo effettivo ottenuto. Inoltre, la cessione del credito d'imposta poteva comportare una maggiore complessità burocratica e richiedere la predisposizione di specifici contratti e documenti.
A chi cedere il credito di imposta
Il credito d'imposta relativo al Superbonus 110 poteva essere ceduto a qualsiasi soggetto interessato all'acquisto del credito stesso. Solitamente, i soggetti cui si può cedere il credito di imposta sono:
istituti di credito e società finanziarie, che possono offrire un finanziamento in cambio della cessione del credito;
imprese del settore edile, che possono acquistare il credito come forma di pagamento parziale o totale dei lavori eseguiti;
soggetti che abbiano un'elevata capacità fiscale e che, quindi, possono sfruttare appieno la detrazione fiscale prevista dal Superbonus;
società specializzate nella gestione del credito di imposta, che si occupano di acquistare e gestire il credito d'imposta in nome e per conto dei propri clienti.
Come abbiamo detto, però, adesso tale cessione non è più possibile. Aspetto che più di tutti ha caratterizzato le discussioni attorno al Superbonus negli ultimi anni, è stato, con un colpo di spugna, completamente cancellato dal ministro dell’Ecomia e delle Finanze del Governo Meloni, Giancarlo Giorgetti, con il decreto legge in materia di crediti fiscali del febbraio 2023. Per chiudere in maniera definitiva l’annoso capitolo riguardante la cessione del credito e le frodi ad esso collegate, il governo ha deciso di interrompere ogni tipo di cessione del credito, non solo quella legata al Superbonus, e di negare anche la possibilità di poter utilizzare l’incentivo attraverso il sopracitato sconto in fattura. Con eccezione per le operazioni già avviate, non è più possibile quindi, per i soggetti che effettuano tali investimenti, richiedere lo “sconto in fattura o la cessione del credito, bensì solo alla detrazione fiscale portata in dichiartazione dei redditi. In altre parole, il cittadino sarà chiamato prima a investire il denaro dell’intervento richiesto e solo negli anni successivi recuperare quanto speso, senza poter usufruire di liquidità extra.
Quando scade il bonus 110
Il Superbonus 110% è stato introdotto come misura temporanea per sostenere la ripresa economica in Italia in seguito alla pandemia di COVID-19, e la sua validità è stata prorogata diverse volte. Tuttavia, con la nuova Legge di Bilancio sono state stabilite delle date limite per definire la scadenza di tale misura, diverse a seconda della tipologia di intervento.
Per i lavori di riqualificazione relativi agli istituti autonomi delle case popolari la proroga sul termine dei lavori è fissata al 31 dicembre 2023, a condizione che siano stati eseguiti entro il 30 giugno dello stesso anno almeno il 60% dei lavori.
Per quanto riguarda i condomini, è possibile aderire al Superbonus 110% fino al 31 dicembre 2023 se la pratica edilizia comunale è stata protocollata entro il 25 novembre 2022 e l'inizio dei lavori è stato deliberato in assemblea comunale tra il 19 e il 24 novembre, oppure se la pratica è stata protocollata entro il 31 dicembre 2022 e sia stata deliberato l'inizio dei lavori prima del 18 novembre. Chi non dovesse rientrare in queste casistiche potrà invece richiedere solamente il Bonus 90%, a scalare negli anni successivi. Il quadro al momento prevede:
detrazione al 110% fino al 31 dicembre 2022;
detrazione al 90% fino al 31 dicembre 2023 (eccetto i casi sopra citati);
detrazione al 70% fino al 31 dicembre 2024;
detrazione al 65% fino al 31 dicembre 2025.
Per le case unifamiliari invece la proroga è meno in là nel tempo. Si può accedere al Superbonus 110% fino al 31 marzo 2023, se sono stati conclusi almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, mentre dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 si può avere diritto al Superbonus al 90%.
Perché non conviene il Bonus 110?
Il Superbonus 110% rappresentava una misura molto vantaggiosa per chi voleva effettuare interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica degli edifici, in quanto prevedeva una detrazione fiscale del 110% delle spese sostenute, con la possibilità di cedere il credito d'imposta a terzi.
Tuttavia, era importante valutare attentamente la convenienza del Superbonus 110%, in base alle proprie esigenze e alla situazione specifica.
E tali valutazioni valgono a maggior ragione oggi che il bonus è stato ridotto. ci sono, ad esempio, alcuni casi in cui richiedere il bonus potrebbe non essere utile. In particolare:
se i lavori previsti dal Superbonus non sono necessari o prioritari per il proprio immobile, non avrebbe senso effettuarli solo per beneficiare della detrazione fiscale;
se il costo totale dei lavori previsti dal Superbonus è molto elevato, potrebbe essere difficile reperire le risorse finanziarie necessarie per anticipare le spese, anche se poi si avrà la possibilità di recuperarle in gran parte attraverso le detrazioni;
se la detrazione fiscale prevista supera l'ammontare delle proprie imposte da pagare, il credito d'imposta residuo non potrebbe essere utilizzato e andrebbe quindi perso.
In sintesi, il Superbonus rappresenta ancora oggi una misura vantaggiosa, ma la sua convenienza dipende dalle esigenze e dalle situazioni specifiche di ciascuno. È importante, pertanto, valutare attentamente le condizioni e le opzioni disponibili, anche in collaborazione con professionisti qualificati.
Come ottenere il Superbonus 2023
Se è vero che è cambiata la possibilità di usufruire di una detrazione del 110%, quello che non è stato modificato dalla nuova Legge di Bilancio è la modalità di richiesta. Per poterla avanzare è necessario inoltrarla tramite l'apposita sezione istituzionale dell'Agenzia ENEA. Tale richiesta va inviata entro novanta giorni dalla fine dei lavori.
Per prima cosa occorre registrarsi e accedere al sistema, inserire i dati anagrafici del beneficiario e quelli relativi all'immobile su cui si sono svolti gli interventi. A questo punto è necessario compilare tutti i documenti telematici per dimostrare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell'edificio. Infine, va inviata una copia firmata dell'asseverazione per quanto riguarda gli interventi di efficientamento energetico.
Dopo le necessarie verifiche, il beneficiario può procedere alla detrazione nella dichiarazione dei redditi.
Per poter conoscere nel dettaglio tutte le informazioni che riguardano tale richiesta è possibile consultare l'apposita sezione sul sito della presidenza del Consiglio.
I controlli previsti per il Superbonus
Per garantire la corretta applicazione del Superbonus, sono previsti controlli a carico dei contribuenti che ne fanno richiesta. I controlli sono finalizzati a verificare che i lavori effettuati rispettino le norme tecniche e le modalità previste dalla legge.
In particolare, il Decreto Rilancio prevede che i lavori siano verificati da un tecnico abilitato, che deve rilasciare una certificazione che attesti la corretta esecuzione degli interventi. Inoltre, è prevista la verifica del rispetto delle modalità di pagamento previste, nonché la conformità delle spese sostenute ai costi di mercato.
I controlli possono essere effettuati dalla Guardia di Finanza, dall'Agenzia delle Entrate, dall'ENEA, dagli enti locali, dalle Autorità per l'energia elettrica e il gas e dal Comando unità per la sicurezza edilizia e la tutela del lavoro.
Inoltre, è possibile che vengano effettuati controlli a campione, al fine di verificare la corretta applicazione del Superbonus su un campione di casi rappresentativo. In caso di accertamenti di irregolarità, i contribuenti possono essere soggetti a sanzioni e dovranno restituire le detrazioni non dovute, oltre a subire eventuali conseguenze penali.
Cosa prevedono le misure anti-frode
Le misure anti-frode relative al Superbonus sono state introdotte per prevenire e contrastare possibili abusi o comportamenti illeciti nel settore dell'edilizia, al fine di garantire la corretta applicazione del bonus.
Tra le principali misure anti-frode previste si segnalano:
obbligo di documentazione (i contribuenti che richiedono il Superbonus sono tenuti a conservare e presentare tutta la documentazione necessaria a dimostrare la regolarità degli interventi effettuati e dei costi sostenuti);
certificazione dei lavori (è obbligatoria la certificazione dei lavori effettuati da parte di un tecnico abilitato, il quale deve attestare la conformità degli interventi alle norme tecniche e alle modalità previste dalla legge);
controllo incrociato dei dati (l'Agenzia delle Entrate incrocia i dati relativi ai contribuenti che richiedono il Superbonus, al fine di verificare la regolarità delle spese sostenute e la corrispondenza tra le dichiarazioni e la situazione reale);
sospensione dei pagamenti (in caso di irregolarità o dubbi sulla corretta applicazione del bonus, i pagamenti possono essere sospesi in attesa dei controlli necessari);
sanzioni e restituzioni (in caso di accertamenti di irregolarità, i contribuenti possono essere soggetti a sanzioni e dovranno restituire le detrazioni non dovute).
In generale, le misure anti-frode hanno lo scopo di garantire la corretta applicazione del Superbonus, prevenendo eventuali abusi e comportamenti illeciti e tutelando la trasparenza e la legalità del settore edilizio.
Come funzione l’Ecobonus per edilizia
Quando si parla di incentivi per il miglioramento dei propri edifici si fa spesso confusione tra Ecobonus e Superbonus. Mentre il secondo lo abbiamo appena descritto, il primo è una misura che prevede una detrazione fiscale per le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica e di efficientamento degli edifici. La detrazione fiscale può essere del 50% o del 65% in base al tipo di intervento e alla data di inizio dei lavori.
Per ottenere l'Ecobonus è necessario che gli interventi siano effettuati su edifici esistenti e che siano finalizzati al miglioramento della classe energetica dell'immobile. Inoltre, gli interventi devono essere eseguiti da ditte specializzate e con materiali conformi alle norme di legge.
La detrazione fiscale viene poi ripartita in quote annuali di pari importo, che possono essere utilizzate in sede di dichiarazione dei redditi.
L'Ecobonus è una misura che ha l'obiettivo di incentivare la riqualificazione energetica degli edifici, promuovendo il risparmio energetico, la riduzione delle emissioni di CO2 e il miglioramento del comfort abitativo.
Per certi versi, il Superbonus è una versione “potenziata” di tale incentivo, anche se disponibile per un numero molto limitato di interventi.
Tale incentivo, già previsto nel 2022, è stato confermato anche per il 2023 con le medesime modalità di fruizione. Si tratta ancora, quindi, di un'agevolazione fiscale che viene corrisposta dall'Agenzia delle Entrate a un richiedente per alcuni lavori volti a migliorare l'efficienza energetica di un edificio esistente.
Il presupposto fondamentale è che le migliorie vadano a intaccare sui consumi, portando a un risparmio energetico complessivo fondamentale per questo periodo storico e per i prossimi step di ammodernamento previsti a livello europeo. Rientrano in questo tipo di lavori quindi l'installazione di schermature solari, di impianti di climatizzazione invernale con biomasse combustibili o l'installazione di strumenti di domotica.