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D'Annunzio "blasfemo", per la prima volta raccolti i suoi Studi su Gesù
Studi su Gesù: appunti, taccuini, parabole: per la prima volta in un unico volume le pagine ‘blasfeme’ di d’Annunzio, con prefazione di Giordano Bruno Guerri
“Le pagine che seguono, con il loro profilo antologico, dimostrano quanto profonda e perseverata fu, nella mente di Gabriele d’Annunzio, l’idea di uno studio in forma artistica sulla vita meravigliosa del Galileo”.
Nella prefazione a Studi su Gesù. Appunti, Taccuini, Parabole, da domani 25 febbraio in libreria (Ianieri Edizioni, 168 pagine, 16 euro), Giordano Bruno Guerri descrive la straordinaria importanza del lavoro di curatela di Angelo Piero Cappello che qui raccoglie le pagine di Gabriele d’Annunzio sul tema cristologico: frammenti di scritture, parabole, articoli, appunti, taccuini vari, che nei progetti dannunziani avrebbero dovuto comporre una vita di Gesù, mai prima d’ora isolati e messi in fila secondo un criterio di continuità tematica e sviluppo cronologico.
A lungo infatti d’Annunzio – le cui opere sono state nell’indice dei libri proibiti fino al 1966 – andò accarezzando il progetto di scrivere una vita di Gesù, di cui lo colpiva la duplice natura umana e divina, ma il progetto non arrivò mai a concretizzarsi: lo sanno bene gli studiosi specialisti come Cappello, con oltre trent’anni di studi dannunziani alle spalle, ma non i comuni lettori.
Da qui l’intento di raccogliere scritture finora sparse in vari volumi ed edite in differenti occasioni, riconoscendo in esse una comune linea di ispirazione. Così riordinate, da queste pagine emerge l’immagine di uno scrittore tutt’altro che dedito al solo erotismo, per niente compiaciuto del proprio estetismo, affatto estraneo a compiacimenti di motivi e di stili eroico-erotici.
E vi si rivela un d’Annunzio profondo conoscitore del racconto biblico, perfino esperto lettore dei vangeli apocrifi e copti. Pagine di grande artigianato verbale, tutte affidate alla parola quale intimo scandaglio delle abissali profondità di coscienza: “non v’è dio, se tu non sei quello”. Intuire nelle profondità della coscienza l’infinito che ci fa simili al dio, al nostro dio, a quel dio che è in ciascuno di noi, è lo scopo di tutte le pagine che d’Annunzio scrisse su Cristo e che, qui raccolte, confermano la grandezza di una scrittura e di uno scrittore, forse blasfemo ma decisamente straordinario.
Angelo Piero Cappello attualmente dirige il Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali e per il Turismo. Per molti anni funzionario dell’Area della Promozione Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha maturato una lunga esperienza presso gli Istituti Italiani di Cultura all’estero. Studioso di letteratura italiana, ha pubblicato in rivista saggi su Dante, Manzoni, Morselli e Camilleri, studi su autori italiani e curato la pubblicazione di numerosi volumi tra cui Una burla riuscita (Italo Svevo. Roma, Bonacci, Classici italiani per stranieri, 2000), Il fastello della mirra. Autobiografia (Gabriele d’Annunzio. Firenze, Vallecchi, 2004), Io sono Gabriele. D’Annunzio in 150 aforismi (Gabriele d’Annunzio. Lanciano, Carabba, 2012) e molti altri. Ha, infine, curato le note di commento dei volumi di Gabriele d’Annunzio, Prose di Ricerca. Le faville del maglio (Milano, Mondadori - I Meridiani, 2005).