Libri & Editori

La verità è una bugia non scoperta

"La verità è una bugia non scoperta" (Renzo Modiano, Mimesis - Narrativa Meledoro) un romanzo differente, come il suo titolo, che prende origine da un proverbio turco. Differente perché induce a pensare scorrendo le sue righe e non si è più abituati a questo genere di libri, caratteristici, invece, del secolo scorso. Fa riflettere, ma senza annoiare, tutt'altro, perché il testo si dipana fluido, veloce, e costellato di sorprese. E tutto ciò rende scorrevole e godibile la sua lettura, da subito, ma ancor più dopo solo qualche pagina preparatoria e un prologo un po' enigmatico che si farà esplicito del tutto solo nelle ultime pagine. Proprio a causa di queste sorprese il recensore si sente un po' come un avvocato nei confronti del proprio cliente: vincolato a non far conoscere in anticipo quanto ascolta. Perciò, della trama si può dir poco. "Il romanzo è nato da una riflessione che ho fatto sulla società di oggi in cui, a mio avviso, risulta difficile credere a qualsiasi cosa, sentendosi invece continuamente ingannati" racconta l'autore ad Affaritaliani.it. E sull'intreccio: "La storia è ampia, i personaggi sono tanti e ognuno ha un ruolo (anche simbolico) ben preciso. L'orologiaio per esempio, che vive isolato in cima a una rocca a svolgere con passione il proprio lavoro, rappresenta la concretezza e il distacco dal mondo adulterato. La struttura è simile a quella di una soap opera".

renzo modiano
 

LA TRAMA - Il libro tratta di una grande famiglia di industriali farmaceutici, che, come accade quasi sempre, alla seconda, o terza, generazione entra in crisi. E qui cominciano i misteri perché, per esempio, un farmaco miracoloso nella cura della pelle non è efficace quando è prodotto industrialmente, pur nel rispetto di tutte le procedure. Ma questo è solo uno dei fatti inspiegabili che si incontrano leggendo. Di qualche mistero non si avrà mai spiegazione e presumibilmente proprio la difficoltà di giungere alla scoperta di molteplici verità hanno ispirato Modiano nella scelta del titolo. La famiglia di cui si è detto è protagonista del romanzo, con i suoi caratteri diversi e normali - nel bene e nel male - ma allo stesso tempo funge solo da piattaforma perché tre personaggi sono i veri protagonisti. Una, Lucia, è l'unica componente della famiglia Sereni, gli altri ne sono estranei, anche se, ovviamente, con quel gruppo familiare vengono ad essere inscindibilmente coinvolti. Gli altri sono due uomini che il caso, o qualcosa simile a quello, pone in contatto con la famiglia. Essi non hanno nulla in comune fra loro. Si tratta anzi di esistenze antitetiche: un orologiaio, magico riparatore di strumenti antichi, un asceta che vive isolato, estraneo al mondo contemporaneo e a ogni forma di modernità e un regista televisivo, geniale manipolatore delle più moderne tecniche di elaborazione delle immagini. Un uomo antico e un esponente emblematico della modernità, quasi un anticipatore del futuro.
 
Non si incontreranno mai i due individui indirizzati su percorsi di vita che più antitetici si fa fatica ad immaginare, eppure…. ma qui entra in gioco il dovere professionale dell'avvocato di cui si diceva. In sintesi, un testo originale, forse un po' demodè nel suo stile, ma sorprendente, interessante e ricco, oltre che di sorprese, di stimoli a riflettere sulla realtà dei nostri giorni, quando la Verità si è fatta artificiosa, edulcorabile, e perciò ancor più nascosta che in passato. Questo, ci è parso evidente, è stato il movente ispiratore di Modiano, che non ha mancato il suo obbiettivo pur coinvolgendoci nella lettura delle pagine di questo suo più recente romanzo.