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I manager del 2020? Saranno veri leader strategici ma meno specializzati

Eduardo Cagnazzi

I nuovi dirigenti a capo di aziende improntate su inclusione e worklife balance. Esce dopodomani "Il lessico della Felicità", come affrontare la vita lavorativa

Quali sono le skills maggiormente ambite dal manager di oggi? Quali competenze stanno maggiormente implementando?  Quali sono le figure più richieste?  E quali trend impatteranno il business nei prossimi anni? A queste e altre domande sui trend del mondo del lavoro risponde Roberto D’Incau, headhunter, coach e scrittore di saggi di successo, presentando i risultati di un’analisi interna sull’ultimo anno di attività di Lang&Partners, una delle più prestigiose società di consulenza HR italiane, da cui è possibile tracciare un identikit del manager del 2020.  Tra l’altro, a partire dal 31 ottobre sarà protagonista nelle migliori librerie con il suo nuovo libro “Il Lessico della Felicità”, in collaborazione con Laura D’Onofrio, una manuale nato con l’obiettivo di spiegare attraverso trentatre parole chiave come affrontare lo stravagante disturbo che è la vita, compresa quella lavorativa.

I principali highlights dell’analisi interna                                                                                                                  Il 30% di essi punta a implementare la capacità di governare un fenomeno in forte espansione, come la diversity&inclusion. Nelle aziende si stanno costruendo dei veri e propri “inclusion council” per lavorare sulle singole risorse superando i loro bias inconsci e per implementare una strategia D&I efficace; mentre il 20% dei capitani d’azienda sta investendo in leadership, ponendosi come obiettivo primario quello di comprendere meglio il proprio personale stile e come poterlo potenziare al massimo. Emerge anche il desiderio di implementare la capacità di influenzare ed ispirare.  A seguire il trend più persistente anche quest’anno è quello legato al work and life balance. Favorire un miglior benessere delle persone viene sempre più percepito come la chiave per diminuire lo stress lavorativo dei dipendenti e aumentare quindi la produttività.

Per quanto riguarda le figure manageriali più richieste si fanno largo in primis le figure con forte taglio business e spiccate capacità strategiche (CIO/CTO/CFO/CMO), anche se si punta meno alla specializzazione preferendo la visione strategica, che dunque viene implementata anche attraverso programmi di coaching dedicati. Poi son molto richiesti i Direttori creativi, nel mondo della moda e del lifestyle, con forti competenze di business, capaci di intervenire nelle scelte strategiche aziendali. Sul podio anche le figure commerciali con capacità di sviluppare mercati nuovi e di generare new business nei mercati esistenti, in un’ottica omnichannel. Anche i chief diversity officer, una figura nuova per l’Italia, sono richiesti dalle aziende.

“In linea con le evoluzioni del mondo manageriale –spiega D’Incau- cambierà anche la filosofia dell’head hunting, che sarà sempre più sofisticato e ad alti livelli, poggiando però su strumenti semplici e veloci e un utilizzo sempre più specifico di social media dedicati alla ricerca del personale e a un utilizzo dei big data. Gli headhunter di fatto metteranno sempre più al centro le persone e la loro experience. Le risorse possederanno capacità comunicazionali sempre più forti, l’abilità della resilienza e la propensione all’integrazione delle diversità”.