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Amnesia digitale: ecco come Google cambia la nostra mente

Cerchiamo su Google o salviamo sullo smartphone. Peccato che la nostra memoria inizi a fare cilecca. L'abitudine ad affidarsi ai dispositivi esterni per ricordare numeri di telefono, date e appuntamenti si sta trasformando in un nuovo disturbo, l'amnesia digitale.

Quando usiamo dispositivi esterni per immagazzinare informazioni deleghiamo alla tecnologia l'esercizio della memoria e incoraggiamo il nostro cervello a cancellare dati. Ma attenzione: non è detto che dimenticare sia una pessima notizia. Il nostro cervello ha capacità limitate. In sostanza, liberiamo spazio per accogliere altre nozioni. E, proprio come una memoria esterna, il cervello può sovrascrivere informazioni irrilenvanti con nuovi fatti.

Senza dimenticare che, con l'avanzare dell'età, le informazioni tenderanno a svanire fino a essere del tutto cancellate. E così, afferma una ricerca di Karsperky Lab, la metà dei 6 mila intervistati non ricorda più a memoria il numero di cellulare dei figli. Il 91% degli intervistati americani ha ammesso di soffrire una certa forma di dipendenza, utilizzando internet come una sorta di appendice del proprio cervello.

Informazioni che un tempo erano nella nostra testa, adesso sono nel mondo esterno, ma comunque a portata di click. Anche per questioni di tempo: il 61% degli europei dice di non avere tempo per consultare libri o agende. Risponde Google.

Il dispositivo capace di diventare una parte di noi stessi è naturalmente lo smartphone. “E' una estensione del nostro cervello”, dicono i ricercatori di Karsperky Lab. Eppure, se quasi tutti i motociclisti indossano un casco per proteggere la propria testa, sono ancora pochi gli utenti che adottano le giuste precauzioni per evitare che si danneggi lo smartphone (e soprattutto i dati che contine). Nonostante la metà degli intervistati ammetta che la perdita delle informazioni contenute nei propri dispositivi sarebbe un guaio.