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Angelucci, con Agi in dote 15 milioni statali. La redazione ricorre al Colle

Con l’acquisizione erediterebbe anche i contratti già in corso con Palazzo Chigi e Farnesina

Già in settimana possibile annuncio dell'affare. I conti

Il 3 aprile a Roma i giornalisti dell’Agi hanno manifestato per ribadire la loro contrarietà alla cessione della seconda agenzia di stampa italiana. Ma il progetto prosegue. E secondo la Stampa, se Antonio Angelucci comprerà l’Agi si prenderà "anche gli abbonati, i clienti, le cosiddette provvidenze. Una dote ricchissima che solo sul piano delle finanze pubbliche vale circa 15 milioni di euro".

"Forse già la prossima settimana potrebbe arrivare l’annuncio che l’affare è stato concluso, scrive la Stampa, secondo cui Angelucci avrebbe trovato una bella sorpresa nei bilanci dell’Agi. "Circa 5 milioni di euro verrebbero garantiti dal bando di governo previsto per le agenzie, così suddivisi: poco più di 3 milioni di euro dalla presidenza del Consiglio, e 1,5 milioni di euro dal ministero degli Esteri. A questi vanno aggiunti poco meno di 10 milioni di euro che arrivano direttamente dalla proprietà, cioè da Eni, per la mole di servizi editoriali offerti alla multinazionale".

Ovviamente, sottolinea il quotidiano torinese, da capire se Eni confermerà la sua presenza in questi termini dopo il passaggio, così come non si sa, "con il passaggio a un privato così marcato politicamente, cosa accadrà agli altri 4-5 milioni di euro che sono garantiti da contratti firmati con enti, pubblica amministrazione di livello minore e giornali". Tra cui proprio La Stampa. 

Intanto, conclude sempre la Stampa, "le speranze della redazione sono rivolte al Quirinale. Le preoccupazioni sono state fatte arrivare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella" e  "il Colle conferma che l’attenzione sull’acquisizione è massima".