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Apple News+ non soddisfa le aspettative, editori americani delusi

Apple News+, il servizio a pagamento di Cupertino dedicato a news e giornali, sembra non essere in grado di mantenere le promesse

Apple News+, il servizio a pagamento (9,99 dollari al mese) di Cupertino dedicato a news e giornali, sembra non essere in grado di mantenere le promesse. Disponibile in Usa, Uk e Canada, il servizio potenzialmente si rivolge a tutti coloro che possiedono un device Apple – che sia iPhone, iPad o Mac -, ma dopo l’exploit iniziale, con più di 200 mila abbonati in 48 ore, sembra aver incontrato qualche difficoltà di troppo.

Stando a quanto segnala Business Insider, la piattaforma avrebbe deluso le aspettative di diversi editori americani su vari fronti, a cominciare da quello economico, per i bassi ricavi generati. Alcune testate sostengono di aver incassato meno di un ventesimo di quanto promesso da Apple inizialmente, mentre altre di aver incassato meno rispetto ad altri servizi di edicola digitale che non hanno alle spalle la stessa forza del colosso Usa. Anche l’interfaccia grafica del servizio non convince, considerata poco intuitiva e spesso soggetta a problemi tecnici nel layout. Tutti problemi che Apple assicura di essere al lavoro per risolvere.

Apple News+ come spiega Prima Online consente di accedere a più di 300 pubblicazioni, tra cui Wall Street Journal, National Geographic e alcune testate Condé Nast.

All’appello mancano invece due tra i più importanti quotidiani americani: il New York Times e il Washington Post, che hanno declinato l’invito di Apple a far parte del progetto, contestando le modalità di ridistribuzione dei guadagni, di cui Cupertino trattiene la metà per poi suddividere la restante quota tra i partecipanti, a seconda del tempo speso dagli utenti sulle singole pubblicazioni.

Le due testate, entrando in un sistema di questo tipo, temono di vedere svalutate le proprie proposte di abbonamento. “Tendiamo ad essere abbastanza diffidenti all’idea di abituare le persone a trovare i nostri contenuti dappertutto”, aveva detto il ceo del Nyt, Mark Thompson in un’intervista alla Reuters. “E in generale siamo terrorizzati dal fatto che il nostro giornalismo possa mescolarsi in un frullatore con il giornalismo di chiunque altro”, aveva ribadito, mettendo in guardia dai rischi degli aggregatori di news.