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Direttori di giornali, la verità su La Verità

l'opinione di Paolo Diodati

Il merito di Belpietro è quello d'aver usato un metodo d'aggregazione dei collaboratori che ricorda i famosi gruppi compatti e coesi delle squadre di calcio

Tra i tanti sondaggi indetti da Affaritaliani, ho scoperto poco fa quello che chiede con chi si preferirebbe uscire a cena tra Minzolini, Belpietro, Senaldi e Sallusti. Domanda un po' strana perché per una cena si privilegerebbe la simpatia, la brillantezza, l'ecletticità culturale. Avessi dato retta a questa interpretazione, avrei scelto Senaldi, apparentemente più facile al sorriso e più tollerante.

Ho invece scelto, senza alcuna esitazione Belpietro perché, quando decisi di abbandonare il Corriere della Sera, comprai il primo numero de La Verità e da allora non ne ho saltato uno. Non solo, ma ho spinto decine di persone a fare il mio passo.

In piccolo, piccolissimo, ho contribuito al travaso di lettori anche da Il Riformista e addirittura da Repubblica, perché le posizioni assunte sulla gestione politica della pandemia, hanno pesato e pesano sulle scelte dei lettori. Il merito di Belpietro è quello d'aver usato un metodo d'aggregazione dei collaboratori che ricorda i famosi gruppi compatti e coesi delle squadre di calcio che inaugurano periodi di vittorie che resteranno leggendarie. Compattezza e coesione che viene sublimata nelle orchestre con grandi orchestrali ed eccellenti direttori.

E Belpietro dimostra quotidianamente d'essere oltre che un eccellente direttore d'orchestra, un incredibile orchestrale lui stesso: ogni giorno un editoriale con le caratteristiche del grande Montanelli. Colgo l'occasione per rispondere a diversi lettori che mi hanno chiesto perché ritenessi quasi un'offesa questo celebre complimento fatto a Indro: riesce a far capire agli altri, anche quello che non ha capito lui stesso! Semplice, il perché sia quasi un'offesa. Per far capire a un altro quello che lui non aveva capito, aveva solo un modo: imparare a memoria la spiegazione e ripeterla a pappagallo.

Questi i meriti di Belpietro e della sua orchestra. Gli altri, temendo d'essere ghettizzati col marchio di no-vax o cripto-no-vax, hanno finito col fare i pesci in barile che, nella situazione attuale non piace né a chi spara sul governo, né ai governativi. Grande sorpresa nel vedere che Senaldi, forse preferito dalle signore come commensale, era all'ultimo posto come gradimento, e il Tyson della TV, in prima posizione, con incredibile distacco sul gruppetto delle schiappe, pardon dei commensali meno graditi. Da segnalare, infine, gli altri due sondaggi di mio interesse. Il primo, provocatorio: vi piacerebbe Massimo Cacciari Presidente della Repubblica?

Siamo a circa il 98% per il Sì. Il secondo mi sta dando un piacere particolare. Avevo segnalato, prima del discorso di Mattarella di fine anno, d'essere incappato, una sola volta, in un sondaggio a sei possibili risposte sul gradimento di Mattarella. M'ero precipitato a votare per il peggior giudizio, temendo di trovarmi in uno sparutissimo gruppo di ingrati che non capiscono nulla e invece, eravamo addirittura l'88/89%. Ma il giorno successivo il sondaggio era sparito! Mettevo comunque in dubbio la spontaneità di tutte le ovazioni al solo suo apparire.

Affaritaliani apriva allora un altro sondaggio, questa volta a due sole risposte Sì/No come giudizio positivo o negativo. Ebbene, siamo di nuovo attorno a quella percentuale di non gradimento, dell'amatissimo Mattarella! In chiusura mi viene un dubbio sull'andare a cena con Belpietro. Ripensandoci, dovendo scrivere ogni santo giorno un editoriale impegnativo e lungo per il giorno successivo, a tavola... a cena ... lui continua a scrivere...