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Fabbri 1905, dal Carosello ai social torna Salomone il Pirata Pacioccone
Grande pancia e baffoni all'insù esortava con il suo motto i bambini di allora, e quelli di oggi, a "portare pasiensa" con spirito di saggezza e buonumore.
Se “resta a casa” è l’imperativo di questi giorni di sofferenza. Una pazienza tuttavia condivisa. E nella sua condivisione “porta pazienza” -anzi “porta pasiensa!”- può diventarne il mantra. È questo l’auspicio di Fabbri 1905, che, in un momento complesso per il Paese, volge il suo sguardo alla propria “infanzia”, riscoprendo un personaggio mitico, praticamente un membro onorario della famiglia, che per anni -quando la tv aveva un solo canale- entrò nelle case degli italiani con il suo celebre motto, contagiandole con quello spirito di saggezza e di buonumore, mai come oggi indispensabili.
Grande pancia e baffi all’insù, Salomone il Pirata Pacioccone, superstar per i tutti i bambini italiani cresciuti con il Carosello, ritorna in un momento delicato della nostra storia per esortare i bimbi di ieri e di oggi a “portare pasiensa”, senza mai dimenticare il sorriso. Un atteggiamento che ci aiuta a vivere l’obbligo di restare a casa come occasione per riscoprire il piacere della famiglia, della condivisione, dei sapori di una volta, come quelli di Fabbri 1905, da oltre cento anni garanzia di qualità e affidabilità, ma soprattutto di coccola e calore familiare.
“Rovistando nel cassetto dei ricordi -spiega Nicola Fabbri- abbiamo trovato un vecchio membro dalla famiglia, che con la sua ciurma di pirati risolveva tanti problemi nei caroselli degli anni '60 a suon del motto “Porta Pasiensa!”. Abbiamo deciso di richiamarlo per lanciare un messaggio di positività e leggerezza in un periodo così complesso che costringe molti ad una forzata e dolorosa inattività. Fabbri è un’azienda storica, è stata per tanti anni al fianco delle famiglie e dei suoi clienti e lo sarà anche domani. Insieme supereremo questa difficile situazione”.
Salomone tornerà in versione social, con otto sketch che una volta a settimana animeranno i profili di Fabbri 1905, accompagnandoci nelle sue avventure fino alla fine di maggio. Un breve viaggio nel tempo da compiere insieme ai bimbi di oggi, che rimarranno stupiti e incantati dalle immagini in bianco e nero e dalle buffe parlate dei pirati.
La storia del Pirata Pacioccone Jean-Luc Godard, grande cineasta francese ed uno degli esponenti più importanti della Nouvelle Vague, lo definì come il prodotto migliore del cinema italiano. E anche se l’epoca è cambiata e il Carosello per molti è solo un mitico nome, quella del Pirata Pacioccone resta ancora oggi una storia di successo e creatività, nonché una pagina indelebile della comunicazione aziendale in Italia.
Creato nel 1965 dal disegnatore Ebro Arletti con l’autore e regista Guido De Maria, presto si arricchì grazie alla mente geniale di due giovani e squattrinati amici modenesi, Franco “Bonvi” Bonvicini e Francesco Guccini, che di lì a poco sarebbero diventati rispettivamente uno dei fumettisti e uno dei cantautori più amati del Belpaese.
Fu grazie alle loro trovate che le scorribande del Pirata e del suo aiutante Mano di fata entrarono nell’immaginario collettivo, tanto che le frasi tormentone delle réclame divennero parte del linguaggio di tutti i giorni. «Cappetano, lo possiamo torturare?», chiedeva la ciurma. E il saggio Salomone rispondeva «Ma cosa vuoi torturare tu? Porta pasiensa! So ben io come fargli aprire la bocca...». La soluzione era, naturalmente, un prodotto Fabbri.
Il successo fu tale che il Pirata ispirò una vasta gadgettistica e nel ’76 venne prodotta anche una serie con personaggi creati con la plastilina da Francesco Misseri e da Lanfranco Baldi.
Un pezzo di storia di casa Fabbri che oggi – con la sua storica saggezza – rinasce per portare un sorriso nelle nostre case.
l Carosello Fabbri nasce a Bologna grazie alla creatività di Guido de Maria ed è stato il più longevo della storia. All’epoca non era possibile mandare in onda le repliche degli episodi, che pertanto erano sempre inediti.