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Ferpi, scoppia la bufera sulle elezioni: Vichi candidato unico, Nani escluso
I candidati in pista
Il primo a dichiarare la propria candidatura per la presidenza della Ferpi è stato mesi fa Filippo Nani, presidente di MYPRlab, società di consulenza di Vicenza, responsabile dell’associazione per il Triveneto, e organizzatore dell’evento, sostenuto dalla maggioranza uscente e da alcuni manager di grandi gruppi (Daniela Poggio in prima fila, Giuseppe De Lucia, Fabio Ventoruzzo).
La candidatura Nani però non è sufficientemente autorevole per essere unificante, così una parte degli associati milanesi e con alcuni nomi della categoria, come Gianluca Comin, ex presidente Ferpi, Antonio Calabrò, che vorrebbero riportare la Ferpi ad avere un peso istituzionale, decidono di trovare un candidato proponendo a Renato Vichi, direttore affari istituzionali e comunicazione esterna della Divisione Banche Internazionali di Intesa SanPaolo, di scendere in pista.
Nella sua lista si schierano Alessandro Jozzia, Diego Lifonti, Rosalba Di Benedetto, Sergio Bruno, Alessandra Succi.
Il ritardo e l’esclusione
Nani ha una lunga militanza nella Ferpi, e lavoro imprenditoriale sul territorio, Vichi con esperienze in grandi agenzie di informazione, organizzazioni internazionali e gruppi bancari.
Fin qui tutto in linea con le pratiche per un buon voto. Peccato però che le brutte abitudini degli associati Ferpi di fare delle elezioni l’occasione per sfoghi di antipatie e polemiche, si siano manifestate non appena la Commissione Elettorale e di Garanzia ha ufficializzato i nomi dei due candidati alla presidenza, avvelenando il clima della competizione.
Ma a creare il vero guaio, che ha complicato in modo paradossale la situazione, è stato l’incidente capitato alla lista Nani, che per errore ha ritardato di un giorno la propria presentazione. Ritardo giudicato inammissibile dalla Commissione elettorale.
Per cui Nani è stato escluso dalla corsa alla presidenza. Lasciando il campo a Vichi che, mentre montavano le polemiche, scrive una mail a Nani cercando un avvicinamento, dicendosi convinto “che ci possano essere le giuste formule per costruire insieme un percorso di rinnovamento dell’Associazione”.
Nani risponde che i giochi si faranno all’assemblea del 2 luglio, dove saranno i soci a decidere il futuro della Ferpi, sicuro di avere i voti sufficienti per entrare nel consiglio e fare la sua parte senza concessioni al nemico.
Ma cosa comporterà all’interno del governo della Ferpi questa prova di forza? Permetterà un’alleanza costruttiva per ridare autorevolezza all’associazione dei comunicatori, o sfocerà in una guerriglia di posizione con il rischio dell’implosione dell’organizzazione, già traballante con nemmeno mille iscritti? Vichi dice di non essere interessato alla presidenza “senza la sicurezza di poter portare avanti le iniziative contenute nel suo programma per una ‘Ferpi: un corpo unico al servizio del Paese’”.