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"Google-Ue, ecco cosa c'è dietro. Mountain View unica vera superpotenza cyber"

Qualcuno a Bruxelles ha pensato che dalle parti di Mountain View la posizione dell’Unione non sia stata completamente chiarita con la multa di oltre due miliardi di dollari per il caso “Google Shopping. Accade così che la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager comunichi a Google una nuova sanzione di 4,3 miliardi di euro, questa volta per un abuso di posizione dominante legato al sistema operativo Android. In casa del principale motore di ricerca del web qualcuno potrebbe iniziare a pensare di avere un “socio occulto” che ogni anno partecipa agli utili multimiliardari attraverso multe sempre più salate, ma forse c’è dell’altro. 

Abbiamo chiesto un parere ad Alessandro Curioni, esperto di sicurezza dell’informazione. 

Perché un esperto di sicurezza si interessa tanto alle vicende di Google? 

“Per almeno tre ottime ragioni. In primo luogo stiamo parlando di un’entità che dispone della più grande base dati del mondo. Tanto per dire una cifra nei suoi sistemi sono archiviati 60 trilioni di pagine web. In secondo rappresenta un potenziale “rischio” per l’intera società dell’informazione. Immaginate quali danni potrebbe fare un malware che riuscisse a diffondersi tramite le sue applicazioni che sono installate sulla quasi totalità degli smartphone del mondo. Infine è interessante osservare come si muove l’unica vera <superpotenza>”. 

Definire un’azienda “superpotenza” non è un po’ eccessivo? 

“Se consideriamo il mondo cyber nessun paese del mondo dispone delle risorse di Google. Attraverso il suo motore di ricerca gestisce oltre 100 miliardi di ricerche al mese e viene utilizzato da oltre un miliardo di utenti, avendo di fatto il controllo della maggior parte del traffico web. La qualificazione della sua forza lavoro è tra le più elevate del mondo e i suoi sistemi di analytics tra i più avanzati. Gestisce le caselle di posta elettronica e i relativi contenuti di un miliardo di persone. Attraverso il sistema operativo Android è installato sul 79 per cento degli smart phone, il suo browser Chrome è utilizzato da oltre 750 milioni di utenti, oltre la metà dei possessori di uno smart phone sfrutta Google Maps per i suoi spostamenti. Conta, infine, ben 15 centri elaborazioni dati sparsi in tutto il mondo. Nessun regge questi numeri.” 

"Di conseguenza l’Unione Europea ha dato una multa uno “Stato?" 

“Da un certo punto di vista l’Unione sembra avere distinto nettamente alcune relazioni internazionali, soprattutto verso gli Stati Uniti. Litiga separatamente con la Casa Bianca e con alcune aziende che, per loro natura, sono evidentemente sovrannazionali, pur essendo statunitensi. Al di là della multa, Bruxelles sembra voglia definire bene le reciproche posizioni. Se allarghiamo l’orizzonte non possiamo dimenticare la recente entrata in vigore del Regolamento Europeo sulla Protezione dei dati che sembra scritto apposta per Google & Co. Quando si inizia a dare tanta importanza a un soggetto è difficile pensare che si tratti di un semplice azienda, per quanto grande"