MediaTech
Guerra di spie sulla rete? Niente di nuovo
Negli ultimi mesi si sono susseguite le notizie di casi di spionaggio on line. Prima la violazione dei sistemi informatici del partito democratico statunitense in piena campagna elettorale, secondo molti a opera di un gruppo hacker finanziato dai servizi segreti russi. Poi il caso del fantomatico team Shadow Brokers che ha annunciato di avere sottratto con successo alcune delle più sofisticate armi informatiche all’Equation Group, un’organizzazione star nel panorama dell’hacking internazionale, che si dice sia legata alla statunitense NSA. Il grande pubblico inizia a intuire che i nuovi 007 non hanno la Aston Martin e la Walther PPK, ma un portatile di ultima generazione e un arsenale di software.
La storia, però, non è per nulla nuova, anzi potremmo dire antica, perché il primo caso di spionaggio on line confermato risale a oltre trenta anni orsono, quando la Rete era ancora giovane. L’epilogo è tragico e vede un gruppo di poliziotti tedeschi che osservano sconcertati un cadavere carbonizzato in un bosco tra Wolfsburg e Hannover. Sono i primi di giugno del 1989 e dall’autopsia si scoprirà che il corpo è quello del ventiquattrenne Karl Koch, membro del Chaos Computer Club, la più importante organizzazione di hacker tedeschi, nota da tempo per le sue azioni di protesta sociale attraverso Internet. Le autorità non riescono a stabilire se si tratta di omicidio o suicidio, ma di certo il primo marzo dello stesso anno Koch, noto con il nickname di Celine Hagbard, insieme ai suoi compagni Urmel, Pengo, e Dob e ad altre cento persone, viene messo sotto inchiesta dalla polizia tedesca con l’accusa di spionaggio a favore del KGB.
La storia inizia qualche anno prima, quando Dob presenta al gruppo un certo Pedro che diventa l'uomo di collegamento tra gli hacker e i sovietici. Nel 1986 i quattro iniziano a passare oltrecortina informazioni sottratte a banche dati governative statunitensi, ma ben presto il gruppo inizia a sfaldarsi e a lavorare per il KGB resta il solo Urmel, Nel 1987, sulle loro tracce si mette anche un ricercatore di Berkeley a nome Clifford Stoll. Il ricercatore americano, partendo da un’insignificante anomalia rilevata su un gestionale della sua università, si impegna a fondo e alla fine convince l'FBI che sta succedendo qualcosa. I federali allertano la polizia e le Poste tedesche che preparano una trappola per rintracciare l'hacker. Quando tutto è pronto Stoll predispone una serie di dati falsi ma all'apparenza allentanti e Urmel resta connesso per più di un'ora per scaricarli tutti. La polizia lo individua e il 23 giungo del 1987 e scatta la perquisizione del suo appartamento. Questa vicenda getta da un lato un certo sconforto nel mondo dell'hacking e dall'altro porta alle luci della ribalta Clifford Stoll. Poi la storia finisce i pasto ai media e radio, televisioni e giornali di tutta la Germania sono alla ricerca di scoop sugli hacker e Pengo, Urmel e Hagbard sono in testa alla hit parade dei più desiderati dai giornalisti. I giovani finiscono sotto processo e Hans Huebner, alias Pengo, viene assolto per la sua giovane età, Dirk-Otto Brzezinski, alias Dob, viene condannato a 14 mesi e a 2.500 dollari di multa, Markus Hess, alias Urmel, viene punito con 20 mesi di carcere e 5 mila dollari di multa, Karl Koch, come abbiamo detto, alla sentenza non arriverà mai.
Alessandro Curioni
autore di "Come pesci nella rete" (Guida per non essere le sardine di Internet)
ARGOMENTO DEL LIBRO
I numeri dicono molto: in Italia si parla di 25 mila furti d’identità e 11 mila reati informatici denunciati ogni anno, oltre 100 mila vittime di virus informatici, mentre un milione di nuovi malware appaiono su Internet ogni giorno. Forse non dobbiamo chiederci se potrebbe capitarci, ma quando. Utilizzando un linguaggio che mette in soffitta il gergo tecnico e informatico, l’autore affronta il tema dei rischi connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie. Alternando brevi racconti a consigli pratici, il libro conduce il lettore attraverso un viaggio nel lato oscuro del Paese delle Meraviglie e nella mente dei nuovi criminali del web. Storie che aiutano a evitare il peggio e ci preparano ad affrontarlo con il giusto autocontrollo. Un libro unico nel suo genere, che rende comprensibile la sicurezza informatica ai non addetti ai lavori e potrebbe farvi sorridere degli altri e magari di voi stessi, cosa che accadrà di sicuro se per caso siete “del mestiere” e sapete perfettamente che potreste scoprire da un momento all’altro di essere diventati una vittima.
BIOGRAFIA AUTORE
Alessandro Curioni (1967). Editore e imprenditore. Nasce giornalista e nel 2003, dopo due anni di studio, pubblica per Jackson Libri il volume “Hacker@tack” dedicato alla sicurezza informatica. Da questa esperienza e dopo sette anni di consulenza nel settore, fonda, nel 2008 DI.GI. Academy, azienda specializzata nella formazione e nella consulenza nell’ambito della sicurezza informatica, della quale è azionista e Presidente. Nel 2015 riprende la sua attività pubblicistica per diverse testate cartacee e on line.