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Intelligenza Artificiale, il consumo “monstre” di acqua dei grandi data center

di Daniele Rosa

Sostenibilità e sviluppo tecnologico devono muoversi insieme, pena la fine del pianeta

Intelligenza Artificiale, protagonista della vita prossima ventura

L’Intelligenza Artificiale è, e sarà, uno dei protagonisti della vita dell’umanità. Quando parliamo con l’assistente virtuale di Google, Siri o Alexia rimaniamo spesso incantati da tutto quello che ci possono dare. E giorno dopo giorno questo soggetto apprende sempre di più, probabilmente sostituendo, molte attività (leggi professioni) ora attive con l’uomo.

Giusto o sbagliato che sia sta di fatto che ormai il soggetto è entrato nel quotidiano e le Big Tech come Google, Microsoft, e Amazon investono a dismisura su di esso creando nuovi motori di ricerca di dimensioni “monstre” ad avanzati strumenti digitali. Tanti si interrogano sulla pericolosità della crescita del sistema superintelligente  ma pochi non avvertono un altro grosso problema, quello cioè dell’impatto ambientale del gigantesco sistema. Un aspetto importante è il consumo spropositato di risorse idriche necessarie a far funzionare il “meccanismo”.   Solo un dato per comprendere meglio il problema. ChatGPT per una breve conversazione di 50 domande necessita di ben mezzo litro d’acqua. Basta vedere quanti utenti ogni secondo nel mondo interagiscono con Google, a esempio, e si comprende i rischi che abbiamo di fronte.

Intelligenza Artificiale e il consumo ingente dell'acqua, il prossimo "petrolio blu"

L’acqua sarà nel prossimo futuro il “petrolio blu” che dovrà sostenere qualcosa come 10 miliardi di persone. Molte guerre si faranno per il comando delle riserve idriche. Già oggi almeno 3 miliardi di persone soffrono della carenza d’acqua. GPT-3 e GPT-4,  base delle chat room, sono da tempo messe nel mirino insieme alle criptovalute per le emissioni di carbonio. Pochi però parlano del loro consumo d’acqua. Solo per la formazione i grandi data center americani hanno consumato qualcosa come 700.000 litri di acqua dolce. Se si aggiungono al consumo idrico per la gestione quotidiana, la produzione e il trasporto dei server AI, il numero potrebbe moltiplicarsi per 10. Di fronte a questo “status quo” come reagire? La tecnologia non dovrà più essere solo innovativa ma pure sostenibile. Perchè non ha alcun senso sviluppare AI se la stessa si mangia non solo, probabilmente, parte dei nostri posti di lavoro, ma consuma in maniera spropositata alcune delle risorse vitali per la vita umana.

 

Intelligenza Artificiale, Governi e grandi della tecnologia obbligati alla sostenibilità 

E’ indispensabile che i Governi e i grandi della tecnologia condividano ed inseriscano nei vari protocolli di sviluppo il concetto della sostenibilità. L'acqua sta diventando un bene sempre più prezioso anche in virtù del cambiamento climatico. Di conseguenza è possibile immaginare guerre di ogni tipo per averne il controllo. La sostenibilità dovrebbe così essere al primo posto, ad esempio, quando si deve decidere dove collocare nuovi grandi data center. Metterli dove l’acqua è un errore madornale nonostante gli stessi abbiano buoni sistemi di riciclaggio dell’acqua ( e parliamo solo di acqua dolce). Insomma in questa corsa infinita e sempre più accesa sarebbe utile capire che dobbiamo certamente scoprire il nuovo ma evitando di farlo distruggendo le nostre risorse vitali. Quindi le parole che devono diventare di moda sono sostenibilità, distribuzione equilibrata delle risorse, responsabilità non solo verso gli azionisti delle imprese, ma soprattutto verso le persone nella loro generalità. Ridurre i consumi potrebbe diventare  il “leit motiv” vincente di questa battaglia che, al contrario, vede un continuo aumento dei diktat del sistema consumistico. Chi vincerà la guerra? In gioco c'è il pianeta.