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Podcast in crisi, la svedese Spotify manda a casa altri 200 dipendenti

di Redazione Mediatech

Dopo il taglio del 6% del personale avvenuto a gennaio, la piattaforma svedese leader dei podcast manda annuncia nuovi licenziamenti

Spotify, la piattaforma di podcast licenzia il 2% del personale

Finisce l’epoca d’oro dei podcast? Dopo i 600 licenziamenti di inizio anno, Spotify prosegue con la riduzione del proprio organico. La piattaforma streaming ha infatti annunciato il taglio del 2% del personale dedicato ai podcast, pari a ben 200 dipendenti.

Sahar Elhabashi, vicepresidente e responsabile della divisione interessata dai licenziamenti, ha definito la mossa “dura ma necessaria per un riallineamento strategico”.

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L’intervento si inserisce, infatti, in un piano di riorganizzazione per l’intera struttura dedicata agli audio che prevede anche la fusione di Parcast e Gimlet, i due network di produzione di contenuti digitali e podcast, acquisiti nel 2019, che si confluiranno nella divisione Spotify Studios.

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Sempre a gennaio, ricorda Reuters, si era dimesso Dawn Ostroff, Chief content officer, che durante la sua permanenza in Spotify aveva aumentato la proposta di podcast sulla piattaforma audio, portandolo quasi al pari della musica.

Nel 2022, da ricordare il putiferio scoppiato attorno ai contenuti di Joe Rogan, finito sotto i riflettori per alcune posizioni no-vax, con diversi artisti che, per protesta, avevano ritirato da Spotify la loro musica.

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