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Rai, il Ministro Gualtieri riconferma l'Ad Salini, ma qual è la contropartita?

Marco Zonetti

"Colloquio cordiale" fra il Ministro dell'Economia e l'Ad Rai. Ma, dopo la disfatta del M5s, il Pd passerà all'incasso sui direttori dei Tg

Mentre il Paese elabora l'esito delle elezioni in Emilia-Romagna e Calabria, che non hanno visto il trionfo annunciato di Matteo Salvini e che nella prima regione hanno addirittura assistito alla vittoria schiacciante del candidato del Centrosinistra Stefano Bonaccini sulla leghista Lucia Borgonzoni, ecco che il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e l'Amministratore Delegato Rai Fabrizio Salini si sono incontrati.

Un "cordiale colloquio" fra i due che ha visto la discussione di temi fondamentali quali pluralismo, ascolti e pubblicità, sviscerando le possibili "soluzioni da mettere in campo per collaborare a una più certa e celere implementazione del nuovo piano industriale 2019-2021".

Gualtieri e Salini, si apprende da fonti del Mef, hanno anche trattato la "garanzia di imparzialità e pluralismo nell'informazione e negli approfondimenti, la sfida per gli ascolti e la raccolta pubblicitaria, l'individuazione delle risorse necessarie per l'acquisto dei diritti di trasmissione dei due grandi eventi sportivi del 2020, gli Europei di Calcio e le Olimpiadi". 

Fin qui la zuccherosa narrazione ufficiale, ma è chiaro che l'Ad Salini - che si aspettava di essere mandato a casa - si è visto riconfermato per un semplice motivo: le nomine dei direttori dei Tg attese per il prossimo CdA previsto per il 30 gennaio. Nomine che vedono lo spauracchio dei grillini - ormai crollati a numeri da prefisso telefonico - Mario Orfeo in pole position per il Tg3. Con la disfatta dei pigmalioni di Salini, i 5 stelle precipitati inesorabilmente nel baratro dell'inconsistenza, è evidente che ogni veto pentastellato è venuto meno e che il Pd - nelle istituzionali vesti del Ministro Gualtieri - ha chiesto che la nomina di Orfeo venga formalizzata.

Ora si tratta di capire se i dem non tentino di giocare al rialzo - con un Salini ormai indebolito dalle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico del M5s e dall'esito del voto regionale con conseguente caduta in disgrazia dei pentastellati - e non puntino al colpaccio, ovvero esigere per Orfeo il ritorno alla direzione del Tg1, lasciando Giuseppina Paterniti (in quota m5s) al Tg3 e il - blindatissimo - Gennaro Sangiuliano (Centrodestra) al Tg2. E, nel frattempo, quale sarà il destino di  Giuseppe Carboni, attuale direttore in quota grillina del notiziario dell'Ammiraglia nel mirino per la perdita di audience, e di Alessandro Casarin (quota Carroccio), direttore del TGR, la testata giornalistica italiana più seguita e forte di mille e più giornalisti? Vi terremo informati.