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Sky, Pablo Trincia racconta la tragedia di Rigopiano: "Ho pianto quando il papà di un sopravvissuto..."

Sky Tg24, Pablo Trincia racconta la tragedia di Rigopiano e poi una docuserie true crime. L'intervista

"La serie 'E poi il silenzio' racconta il disastro dell'hotel Rigopiano avvenuto il 18 gennaio 2017 in Abruzzo. E' una storia che molti conoscono perchè l'hanno sentita nei telegiornali o magari anche negli approfondimenti. Abbiamo deciso di raccontarla in una serie audio che ricostruisce tutta la vicenda dall'inizio. E l'inizio, se vai a cercarti le radici di questa storia, le trovi molti anni prima della tragedia", spiega Pablo Trincia ad Affaritaliani.it.

Un'inchiesta-reportage - prodotta da Sky Italia e Sky TG24, e realizzata da Chora Media - con podcast in otto puntate (disponibili da fine settembre) a cui farà seguito una docuserie in cinque puntate (da metà novembre). "E' un grande dramma, di cui abbiamo recuperato tantissimo materiale, ovviamente umano, ma anche audio e video che ci ha aiutato a ricostruire molto bene tutto quello che è successo".

Perchè proprio Rigopiano?
"Dopo aver realizzato una serie sulla Costa Concordia - che si chiama 'Il dito di Dio' - molte persone mi hanno scritto, dai Dm (i Direct Message social, ndr) ai messaggi privati, chiedendomi dappertutto 'Rigopiano, Rigopiano, Rigopiano...'.. Quando il pubblico ti fa capire che c'è un interesse, a quel punto ho detto 'va bene... è una storia e uno scenario diverso, sempre comunque un disastro, buttiamoci'. Evidentemente questa storia aveva toccato molte corde"

C'è qualche momento molto forte del tuo racconto su Rigopiano che ti ha colpito dal punto di vista umano?
"Sì. Io oramai sono abbastanza rovinato psicologicamente. Mi sfiori e piango. Tutti questi drammi, dopo un po' ti intristiscono, incupiscono. Tutte queste ingiustizie, a volte ti fanno perdere la fiducia nella società, nel genere umano..."

E su Rigopiano in particolare...
"C'è stata in più di un'intervista, ma particolarmente in quella a un sopravvissuto che ci ha raccontato di quando è stato estratto dalle macerie: a un certo punto mi si è avvicinato il padre che mi ha sussurrato una cosa molto bella nell'orecchio. Io lì mi ricordo che stavamo girando anche con le telecamere e regola vuole che in quel momento stai zitto, lasci vivere il momento. Però non ce l'ho fatta, mi sono alzato, mi sono messo a piangere e me ne sono andato. Sono tutte storie molto pesanti e a volte far da filtro tra i sopravvissuti o i testimoni e il pubblico può essere molto impattante a livello emotivo. Però forse è l'aspetto più oscuro di questo lavoro, ma che resta comunque un bel lavoro"

E poi il silenzio Rigopiano
 

Dopo il podcast e la docuserie su Rigopiano tornerai su Sky con una docuserie più sul crime...
"Non posso dire molto del prossimo progetto, però dopo Rigopiano ci occuperemo di un caso enorme di alcuni anni fa che non conosce praticamente nessuno. Si tratta di un true crime. Stiamo lavorando su tutta una serie di documenti, ma è un lavoro che richiederà mesi di studio, ricerca di testimoni, delle carte. Insomma sarà un altro viaggio"

Gli storyteller che segui di più in Italia?
"Stefano Nazi ha una scrittura molto chiara, lineare, semplice da seguire. E' davvero bravo a raccontare le storie. E ovviamente quello che per me è un mito assoluto, Alessandro Barbero. Un grandissimo narratore e storyteller, sono un suo fedele seguace. Tra quelli che utilizzano la voce per raccontare le storie dico loro due"

Di Alessandro Barbero cosa ti piace?
"Riesce a raccontarti la storia non da lassù, dal pulpito, ma ad altezza d'uomo. Te la racconta con uno sguardo  anche... 'pop'. E quindi ti avvicina molto la storia. Sentivo l'altro giorno una puntata sul sesso nel medioevo. Lui ti racconta la vita quotidiana e questo è bellissimo perché noi siamo abituati a vedere la storia dal drone, dal satellite in alto. Invece vederla ad altezza d'uomo è un'altra bellissima prospettiva"

Parlando di storyteller molto famosi, cosa ti piace di Alberto Angela e Federico Buffa?
"Sono un grandissimo estimatore di Federico Buffa, lo seguivo da quando scriveva su America Superbasket e io avevo 16 anni. Per me lui è un grandissimo nell'uso dei tempi, dei silenzi, del decidere le azioni, ha una grandissima immaginazione. Alberto Angela non lo seguo molto, mi piace di meno. Buffa lo stimo moltissimo"

E INOLTRE... IL SOGNO DI PABLO TRINCIA: SE POTESSE RACCONTARE UNA GRANDE STORIA SAREBBE... GUARDA LA VIDEO INTERVISTA AD AFFARITALIANI.IT

 

 

 

 






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