Trappola Facebook: il nuovo algoritmo penalizza gli editori
Facebook ha cambiato il suo algoritmo. Risultato: i post delle media company raggiungono il 40% di utenti in meno rispetto a gennaio
Facebook ha organizzato il trappolone. Prima ha attirato gli editori. Poi, proprio quando il pianeta Zuckerberg punta sempre più su contenuti e video, cambia il suo algoritmo in modo da rendere le media company meno visibili.
Lo ha rivelato un'indagine di SocialFlow pubblicata su The Drum. La visibilità dei post sarebbe calata del 40% da gennaio a maggio: i contenuti condivisi hanno raggiunto il mese scorso una media di 68 mila utenti. All'inizio dell'anno erano 117 mila.
Nulla di strano nel cambiamento dell'algoritmo: è una pratica che Mark Zuckerberg usa di continuo per tarare l'esperienza di navigazione. Questa variazione però sa tanto di strategia. Perché arriva in un momento in cui Facebook ha accelerato la transizione verso i contenuti (che poi sono veicolo di pubblicità).
L'algoritmo è segreto e le motivazione che hanno generato il cambiamento si possono solo ipotizzare. Ma gli effetti sono quelli sottolineati da SocialFlow. È possibile che Zuckerberg voglia privilegiare i contenuti postati dagli utenti, incoraggiandoli così a una maggiore partecipazione (che poi significa permanenza e quindi pubblico da “vendere” agli inserzionisti). È possibile anche che Facebook voglia optare per una maggiore distribuzione dei contenuti, meno incentrati su alcuni grandi attori. Ed è possibile che Facebook, tra articoli e video, voglia riempire il newsfeed di propri contenuti. Quale che sia la motivazione, per gli editori è una pessima notizia. Perché una crescente fetta di traffico (incoraggiata dal vecchio algoritmo) arriva proprio dai social.