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Unicredit si ritira da Facebook: chiusi pagina e feed di Instagram

Dopo Lush, anche Unicredit decide di abbandonare i social network di Facebook. Rimarranno attivi solo gli account di LinkedIn e Twitter

UniCredit ha deciso di chiudere la sua pagina Facebook, il servizio su Messenger e il feed di Instagram, lasciando attivi solo la company page su LinkedIn e il feed di Twitter.

Ed è proprio su Twitter che il gigante bancario ha annunciato la sua uscita dai social network di Mark Zuckerberg, nel quale specifica che la decisione sarà effettiva a partire dal primo giugno.

Unicredit chiude le pagine di Facebook e Instagram: "Vogliamo valorizzare i canali propritari"

Il motivo viene riassunto nel Tweet che da l’annuncio a quest’addio, per niente banale considerati i recenti scandali legati a Facebook. Unicredit, infatti, vuole valorizzare i canali proprietari, per garantire un dialogo riservato di alta qualità tra l’istituto e gli utenti. Un chiaro messaggio nel quale si comprende la totale mancanza di fiducia da parte di UniCredit verso la piattaforma di Mark Zuckerberg a fronte dei recenti scandali legati a Cambridge Analytca, e nella gestione dei dati dei clienti legati al banca.

La decisione fa anche seguito alla decisione di UniCredit di interrompere gli investimenti pubblicitari sul social network blu, in attesa che, dopo il caso di Cambridge Analytica, Facebook possa garantire delle rassicurazioni sulla protezione dei dati. Rassicurazioni che, a quanto pare, non sono mai arrivate.

La mossa mette in allarme tutto il comparto bancario, che si trova ad aver condiviso i dati di clienti con Facebook. Un altro timore, è che i dati, attraverso il social network, possano finire nelle mani di banche concorrenti, o addirittura malintenzionati.

UniCredit segue Lush: Via anche il colosso inglese del sapone

UniCredit, quindi, segue l’esempio del brand inglese Lush, che poche settimane fa aveva annunciato la medesima decisione. Lush ha motivato la sua mossa con questo Post: “Siamo stanchi di combattere con gli algoritmi, e non vogliamo pagare per stare nella vostra newsfeed”.