Medicina

Hiv: allarme contagio hiv tra i giovani, ma il numero dei casi hiv è in calo

L’incidenza dell’ hiv in Italia: nel 2016 rischio contagio hiv tra i giovani. Ecco fasce d’età e regioni più colpite

Infezioni hiv Italia: L'Hiv non è storia passata. Diminuiti i casi di Hiv ma rimane l’allerta tra i giovani

 

Una ricerca dell'Istituto superiore di sanità sulle infezioni da HIV rivela che nel 2016 sono state riportate 3.451 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 5,7 nuovi casi per 100 mila abitanti. I risultati della ricerca sulle infezioni hiv rivela una lieve diminuzione per tutte le modalità di trasmissione, in aumento però in proporzione in particolare tra maschi omosessuali. Inoltre, Le persone che hanno scoperto di essere sieropositive nel 2016 hanno un'età media di 39 anni per i maschi e 36 per le femmine. Ma l'incidenza maggiore si registra nella fascia d'età 25-29 anni.

 

Hiv contagio: si conoscono i rischi ma pochi giovani usano precauzioni

 

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin, in vista della Giornata mondiale dell'Aids che si celebra il primo dicembre, si è pronunciata sull’argomento  dell’ hiv: "C'è poca consapevolezza tra i ragazzi e le ragazze sulle malattie sessualmente trasmissibili e sull'Aids, come se l'Aids fosse scomparso. Non è così - ha sottolineato il ministro Beatrice Lorenzin - L'incremento è dovuto, nella maggior parte dei casi, per l'abbassamento della percezione del rischio e quindi con comportamenti non corretti, non protetti che portano poi all'insorgenza di alcuni casi realmente gravissimi e di altri di cui non aveva contezza, penso alla sifilide o alla gonorrea. Motivi per cui con il ministero abbiamo pensato a una serie di campagne modulate su diverse fasce di età, su diverse sensibilità, per cercare di riattivare un allarme in questo senso".

 

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Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss conferma che:  "L'incidenza dell'HIV sta lentamente diminuendo, al di sotto della soglia dei 3.500 nuovi casi, purtroppo però questo numero è ancora alto. Perché la percezione del rischio purtroppo è bassa - ribadisce il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’ISs - C'è una tendenza a una lieve diminuzione del numero di casi, ma il serbatoio di infezione tende ad aumentare perché la sopravvivenza delle persone con infezione da Hiv aumenta e ciò fa si che l'allerta sia sempre elevata". E la priorità sono i giovani: "Vediamo un aumento relativo nella percentuale di casi diagnosticati al di sotto dei 25 anni - evidenzia - Questo dovuto un po' a una perdita di memoria generazionale. Bisogna ricordare che il contagio da Hiv ancora esiste, e che il serbatoio di infezione è ancora ampio", conclude.