Medicina

Il talco probabilmente è cancerogeno: arriva la conferma della IARC

di Redazione Medicina

Il suo utilizzo potrebbe essere correlato a un maggiore rischio di cancro alle ovaie

L'Agenzia per la Ricerca sul Cancro ha inserito il talco tra le sostanze "probabilmente cancerogene" insieme alle carni rosse

Il talco è entrato ufficialmente nella lista delle sostanze "probabilmente cancerogeni" dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). I dubbi in merito alla pericolosità del talco, che si trova comunemente in prodotti cosmetici come cipria, fondotinta e polveri per il corpo, è stato inserito nella categoria 2A dove rientrano anche le carni rosse, steroidi e i composti rilasciati dalla frittura ad alte temperature. Queste si piazzano subito dopo il Gruppo 1, che invece comprende sostanze cancerogene come il fumo di sigaretta e carni lavorate.

Leggi anche: Cancro causato dal talco, Johnson&Johnson paga 700 mln per chiudere le cause

La IARC ha preso questa decisione basandosi su diversi studi che associavano l'utilizzo di talco per l'igiene intima a una maggiore incidenza di cancro alle ovaie. Una di queste ricerche, ad esempio, ha evidenziato un rischio più alto del 24% di contrarre questa neoplasia nelle donne. Come riporta fanpage.it, nello specifico sarebbero state trovate prove che il talco provoca una infiammazione cronica delle parti intime e altera la proliferazione cellulare.

Leggi anche: Ritirati dal mercato decine di cosmetici: contengono sostanze tossiche

Si ritiene che ciò possa essere dovuto anche alla presenza di piccole concentrazioni di quarzo e amianto nella polvere, che si ottengono durante la lavorazione. "Numerosi studi hanno dimostrato costantemente un aumento dell’incidenza del cancro ovarico nelle persone che auto-segnalano l'uso di polvere per il corpo nella regione perineale. Sebbene la valutazione si sia concentrata sul talco non contenente amianto, nella maggior parte degli studi non è stato possibile escludere la contaminazione del talco con amianto negli umani esposti", spiega la IARC.