Medicina
Bioetica e non solo... parla con Antonio Gioacchino Spagnolo
Dialogo con Antonio Gioacchino Spagnolo (Ordinario di Medicina legale - Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) sulla Bioetica
Bioetica e non solo... dialogo con Antonio Gioacchino Spagnolo (Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma)
Conversare con uno dei luminari in ambito internazionale della Bioetica di sicuro non ci accade nel quotidiano, così come non è consueto condurre la vie quotidienne a dialogare con temi riguardanti la bioetica, importanti per comprendere qualcosa in più dell’umano, delle relazioni, del pianeta. Ma è innanzitutto opportuno invitare a desiderare di conoscere la fenomenologia della bioetica e il dispiegarsi dinamico delle problematiche inerenti a essa.
Caro Professore, lei ha dedicato e persegue nel farlo con dedizione la propria esistenza alla Bioetica. È medico, specializzato in Cardiologia e in Medicina legale e delle assicurazioni, baccelliere in Filosofia. Ordinario di Medicina legale e delle assicurazioni nel Dipartimento di Sicurezza e Bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, non mi soffermo ad aggiungere altro ed entro nel vivo della questione, ovvero cosa si intende quando si affronta l’argomentazione “Bioetica” e perché in Italia, come molte discipline, è reclusa nei meandri delle Accademie, poco esposta, ai più sconosciuta e perfino ritenuta inutile. Sappiamo che questa è una falsità come tante, troppe menzogne si raccontano nel Paese.
La Bioetica come disciplina ha bisogno di lavorare in modo sistematico e di utilizzare gli strumenti suoi propri. Come tale richiede cultura e professionalità che si devono formare in ambito accademico certamente. Purtroppo però molti pensano sia un argomento da salotto, un discorso del quale tutti si sentono in diritto di parlare in termini di “secondo me…” Occorre che la bioetica non resti “chiacchiera” ma si sforzi di stimolare ad acquisire una metodologia di argomentazione.
La bioetica è una disciplina che comprende etica, filosofia, medicina, diritto, biologia: un immenso bacino interdisciplinare e interculturale, fonte di ricchezza per chi vorrebbe informazioni, delucidazioni sull’eutanasia, sui trapianti d’organo, maternità surrogata, sulla cura della persona, tossicodipendenza, ambiente, ecc. Quanto potrebbe essere di supporto il bioeticista, lo studioso di bioetica che sia laico, obiettivo, rispettoso di tutte le religioni, nelle scuole, nelle istituzioni, nella società?
Il compito del bioeticista è proprio quello di indicare un metodo per affrontare le questioni che toccano la coscienza morale e civile delle persone. Mostrare che prima di tutto occorre approfondire il dato scientifico sul problema, approfondire con obiettività e senza pregiudizi come stanno le cose, partire laddove è possibile dal luogo dove si genera il problema etico e capirne le dinamiche. Poi occorre domandarsi qual è l’impatto che il problema determina sulla nostra visione dell’uomo. È un richiamo alla coerenza, capire che certi modi di interpretare i fatti conducono ad una precisa visione antropologica. Infine, alla luce di questa coerenza cercare di fare le scelte, prendere le decisioni. Una metodologia che torna utile non solo per le questioni di frontiera ma per le vicende della quotidianità.
Perché in Italia si attende sempre che si muovano gli altri, quando magari è troppo tardi? Perché non si riesce ad avere un’utopia, un sogno, a immaginare e lasciare i ragazzi a ideare sogni? La bioetica dal canto suo può aiutare ad assumere comportamenti corretti, a prevenire i suicidi, nello specifico, che in Italia sono numerosi, e se ne discute troppo poco. Si è insufficienti nei riguardi dei ragazzi, dei giovani… anche nell’intervenire senza manipolare le menti nelle differenze di genere, sebbene non sia sufficiente la “cancel culture” a educare, a fornire dei punti fermi, degli appigli.
Offrire una prospettiva bioetica ai giovani è certamente un dovere che noi docenti dobbiamo sentire forte e dobbiamo farlo con le metodologie che attirino l’attenzione dei giovani. Noi curiamo un Master in bioetica e formazione dove proponiamo strategie formative che partano da quello verso cui i giovani sono più attirati, i mass-media, i social … che ben usati diventano un ottimo strumento per riflettere su sé stessi e sulle azioni da compiere. L’altro giorno per spiegare agli studenti del primo anno di un corso di laurea sanitaria l’importanza della fede e della ragione, del fatto che entrambe sono decisive per le scelte di ciascuno di noi, ho richiamato loro la canzone di Mr. Rain a San Remo 2023 “Supereroi” dove dice che siamo angeli con un'ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l'uno accanto all'altro: potevo dire loro che l’espressione era una citazione da un libro di Luciano De Crescenzo, da un testo di don Tonino Bello, o l’immagine che viene fuori dalla Fides et Ratio di Benedetto XVI, ma il riferimento alla canzone ha fatto comprendere subito il senso di quella indissolubilità tra fede e ragione. Dobbiamo sforzarci di proporre temi importanti con una pedagogia semplice ma efficace.
Cosa possiamo fare, come insegnerebbe o proverebbe a far comprendere tutto questo ai suoi allievi, ai lettori?
Oltre ai problemi concreti che cominciarono a profilarsi nella metà del secolo e che richiedevano una disciplina che potesse affrontarli per dare una risposta, la bioetica ha subito riflettuto su sé stessa definendosi uno statuto epistemologico che non permetteva più di basarsi su un principio di autorità ma sulla autorevolezza delle argomentazioni, doveva fare necessariamente i conti con una ineludibile interdisciplinarietà, e richiedeva di tener conto del pluralismo delle diverse visioni etiche. Ecco che la bioetica diventa uno strumento importante di dialogo, un’arte maieutica che offre una metodologia di riflessione a chi nei problemi vecchi e nuovi, biomedici, sociali e politici, è immerso e ai giovani che a quei problemi si affacciano per la prima volta. La bioetica dovrebbe diventare, perciò, un metodo di vita che permetta di dialogare fra persone che hanno fedi e culture diverse, di tradurre l’etica in azioni sociali, di regolamentare sul piano giuridico gli interventi sulla vita dell’uomo, di offrire una informazione e formazione fondata sulla verità.
Auspichiamo a un futuro più etico, anzi bios-etico.