Medicina
Tumori, ecco la pasta prodotta con la patata viola antitumorale

Di Eduardo Cagnazzi
Dopo la pasta artigianale di semola di grano duro alle alghe con alto contenuto di iodio, arriva in questi giorni sulle tavole degli italiani quella arricchita con patata viola. Una pasta prodotta con l’ortaggio originario del Perù, ma coltivato anche in Italia, ricco di sostanze antiossidanti, le antocianine, capaci di ridurre la proliferazione di cellule tumorali, le disfunzioni epatiche, l’ipertensione e perfino il declino della funzione renale legato all’età. Sostanze, insomma, che rappresentano il nuovo modo di concepire l’alimentazione mediante l’utilizzo di prodotti propedeutici alla salute dell’uomo. L’idea è di un giovane ingegnere meccanico di Castello di Cisterna con la passione dell’arte bianca. Trasformando macchinari in disuso dell’azienda di componentistica aeronautica di famiglia, Arcangelo Fornaro, questo è il suo nome, s’inventa delle linee per la produzione di pasta lavorata alla trafila di bronzo (Grania, Le Gemme del Vesuvio) e concretizza un ponte metaforico tra culture e stili di vita differenti che ne potesse esaltarne la peculiarità: per quella con le alghe tra le popolazioni orientali e la cultura mediterranea; per la patata viola tra la cultura gastronomica sudamericana e quella italiana. “Le analisi per la determinazione della concentrazione di antociani nella pasta cruda di semola di grano duro arricchita di patata viola Tuberosum solanum (10%) rilevano un valore di tali sostanze pari a 62,5 mg ogni cento grammi di prodotto. Stesso discorso per la lattuga di mare Mediterraneo che presenta un contenuto di 130 ug di iodio per cento grammi di pasta. Sono valori che denotano un processo di pastificazione artigianale che non altera il contenuto totale di antociani e iodio, valorizzando al meglio le caratteristiche degli ingredienti”, dice Fornaro. Le richieste delle nuove trafile di pasta non mancano. Soprattutto dall’estero: Giappone, Cina e Brasile.