Stefania Gori: la solitudine del medico e l'importanza della comunicazione
L'oncologa ha affrontato un tema poco dibattuto, ma fondamentale, alla presentazione di iAMGENIUS, il progetto di Amgen sulla digital health
Amgen ha dato oggi il via la fase finale di iAMGENIUS, con l'hackhaton di 24 ore nel quale programmatori, startupper, sviluppatori, web-designer, maker, app developer, digital expert e data scientist si sfidano per ideare le soluzioni tecnologiche più innovative in grado di umanizzare i percorsi di cura.
In questa occasione, abbiamo incontrato Stefania Gori (Direttore Oncologia, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, Negrar), per approfondire un tema poco dibattuto, ma fondamentale: la solitudine del medico di fronte al paziente e alla sua malattia; l’importanza di sapere comunicare e alimentare sempre la speranza.
Dai suggerimenti emerge anche il tema della solitudine dei pazienti nell’affrontare il proprio percorso di cura: esiste anche un aspetto di solitudine del medico dalla sua esperienza nel rapporto col paziente?
Esiste sicuramente un aspetto di solitudine del medico: può essere superato “parzialmente” dagli incontri quotidiani che devono essere effettuati in ogni centro oncologico e dove i medici possono discutere i vari casi clinici e "condividere" le scelte diagnostico-terapeutiche ma anche le loro ansie e preoccupazioni che precedono l'incontro con il paziente. Persisterà comunque sempre questo aspetto di solitudine del medico quando si troverà da solo di fronte al paziente e ai suoi familiari: in quel momento il medico è un uomo/donna solo/a (con il suo bagaglio di nozioni ed esperienza clinica, ma anche di emozioni) di fronte ad un uomo/donna paziente (con le proprie paure, con le proprie ansie e aspettative).
È stato dimostrato come con una comunicazione più fluida si possa continuare ad alimentare la speranza nei pazienti e quindi ottenere un effetto terapeutico. Qual è la sua esperienza in merito?
Una comunicazione chiara tra medico e paziente è fondamentale per evitare malintesi. Il medico deve tuttavia essere “formato” adeguatamente alla comunicazione, con corsi ad hoc.
Il medico deve inoltre tener sempre presente durante la comunicazione medico-paziente:
-ciò che il paziente ha effettivamente compreso;
-ciò che il paziente “desidera” sapere e conoscere relativamente alla propria malattia;
-“quanta verità” il paziente possa recepire: talora è necessario procedere con colloqui multipli nel tempo, per dar modo al paziente di adeguarsi alla realtà della sua situazione di malattia (talora molto dura da accettare);
-la speranza deve essere sempre alimentata nel paziente.
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