Medicina

Superanziani, scoperti i segreti dei pochi capaci di rallentare la vecchiaia

di Daniele Rosa

Uno studio americano sui cosiddetti “superagers” svela molto, ma non tutto

Superanziani, uno studio americano svela molti segreti dei pochi "fortunati"

 

Il sogno di Cocoon, il famoso film del 1985 sull’eterna giovinezza tocca l’umanità da sempre. Certo è che non si puo’ evitare di invecchiare, ma si puo’ cercare di ritardarne il processo. Come farlo? Un po’ di segreti per rallentare l’invecchiamento sono stati svelati da alcuni recenti studio. Uno di questi, osservazionale, è stato realizzato su un gruppo di supersenior, i “superagers”, persone che a 80 anni hanno una lucidità eguale a quella di un cinquantenne. Il termine del 2012  è stato inventato da un gruppo di ricercatori della Northwestern University di Chicago (USA). Tra le scoperte si è visto che questi supersenior mostravano una corteccia cerebrale più spessa e maggiore resistenza ad alcuni danni cerebrali, propri dell’avanzare dell’età, come l'atrofia corticale. Quello che è stato rilevato è che questo “popolo di eletti”, grazie a stili di vita e genetica, sembrava resistere meglio al processo naturale dell’avanzare dell’età. Una tendenza confermata anche da un nuovo articolo della rivista Lancet Healthy Longevity.

Superanziani, hanno una memoria migliore, migliore salute mentale e si muovono più velocemente

I superanziani, oltre ad avere una memoria migliore, hanno una migliore salute mentale e si muovono più velocemente. I dati, presi dal Progetto Vallecas ( che ha cercato di scovare i marcatori precoci dell'Alzheimer) hanno dimostrato che  queste persone hanno più materia grigia in aree chiave del cervello. Uno studio durato cinque anni su “super anziani” e persone normali. Gli scienziati hanno dedotto che una maggior quantità di materia grigia potrebbe essere un fattore protettivo. Altri due aspetti importanti emersi è che le persone testate avevano più relazioni sociali ed amici e una voglia continua di apprendere cose nuove. In ogni caso questi studi stanno avvicinando sempre di più il mondo scientifico alla soluzione della grande domanda sui superanziani e sui meccanismi che permettono loro di affrontare meglio di altri il declino.

 

Superanziani, l'esperienza di vita un altro fattore importante

Emily Rogalski, pioniera nello studio dei super anziani, sostiene che l’esperienza di vita può essere importante quanto i fattori genetici. Lo studio sui superagers aiuta a identificare cosa c'è di diverso in queste persone e cosa si puo’, di queste diversità, promuovere nella popolazione generale. Quello che sembra chiaro è che vi sono fattori modificabili come la cura della propria salute vascolare, dell’ alimentazione, del sonno, dell’esercizio fisico, e cercare di tenere lontane ansia e depressione. L'esercizio fisico, ad esempio, tiene sotto controllo la pressione, i livelli di glucosio, migliorando il benessere mentale allontanando il decadimento cognitivo. Altro segreto emerso nello studio è quello psicologico. Le persone con più scopi, dall'essere genitore, al portare avanti attività per sé o per gli altri, sembrano avere meno stress. Questo li allontana dalle prime avvisaglie dell'Alzheimer. L’istruzione, uno dei fattori della cosiddetta resilienza,  va di pari passo con la voglia di curiosare e studiare novità. Sembra essere alla base del calo del 30% in 15 anni della percentuale di persone con demenza negli Stati Uniti, insieme ad altri fattori come il controllo dei problemi cardiovascolari. I ricercatori hanno inoltre stimato che le persone analfabete hanno tre volte il rischio di demenza. La conclusione però , rilevata dagli autori dello studio, è che “ il modello sul cluster dei superanziani emerso, legato in gran parte allo stile di vita, è preciso solo al 66% mentre il resto non è ancora così chiaro”. I prossimi passi dei ricercatori saranno di raccogliere i pochi “fortunati” in studi internazionali per capirne meglio i molteplici segreti della loro quasi “eterna” seniority.