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Medicina
Tumore seno: allarme, non solo noduli. Cancro al seno, un test da lacrime

Tumori: allo studio test per screening cancro al seno da lacrime


Circa 400 donne in Nuova Zelanda hanno donato le proprie lacrime alla scienza. La company americana Ascendant Diagnostics (Dx) le utilizzera' per perfezionare un dispositivo in grado di rilevare il cancro al seno. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, tutto sarebbe partito da un esperimento un po' bizzarro. Le donne sono state invitate a guardare il film strappalacrime Brooklyn con lo scopo di farle commuovere e quindi raccogliere i preziosi campioni. Secondo i ricercatori le lacrime potrebbero aiutare a diagnosticare il cancro al seno con circa il 90 per cento di precisione. "Il test di screening si basa su una serie di proteine che si trovano nel liquido lacrimale", ha spiegato la company americana. "La raccolta di queste proteine ci permettera' di distinguere le donne con il cancro al seno da quelle che non lo hanno con una sensibilita' dell'88 per cento e una specificita' dell'86 per cento", ha aggiunto la Ascendant Diagnostics. Il test si chiama Melody e, prima di essere sottoposto all'approvazione dell'autorita' regolatoria, verra' testato e perfezionato usando le lacrime raccolte dalle 400 volontarie neozelandesi.

Tumore seno: non solo noduli, per 1 donna su 6 sintomi diversi


Tumore al seno, non solo i noduli tra i sintomi: 1 donna su 6 (il 17%) con diagnosi di tumore al seno manifesta sintomi diversi. Quali? Ulcerazioni della mammella, anomalie del capezzolo, infezioni del seno o infiammazioni, gonfiore al braccio o all'ascella o dolore all'ascella stessa. Non sempre ci si rende conto di questi 'segnali' e la visita dal medico viene rimandata. È quanto emerge da uno studio dello University College London, presentato alla National Cancer Research Institute (NCRI) Cancer conference a Liverpool.


Tumore seno da infiammazione a dolore ascella,ecco a cosa fare attenzione


I ricercatori hanno esaminato i dati di più di 2.300 donne con diagnosi di cancro al seno nel Regno Unito nel 2009-2010. La maggior parte delle donne aveva cercato aiuto in fretta, ma quelle con sintomi diversi dai noduli risultavano più propense a ritardare la visita dal medico e meno a rivolgersi subito al dottore erano anche coloro che avevano sia il nodulo sia altri sintomi. Quelle con ulcerazioni della mammella, anomalie del capezzolo, infezioni del seno o infiammazioni, il braccio o l'ascella gonfi, e dolore all'ascella avevano maggiore probabilità di aspettare più a lungo di tre mesi prima di rivolgersi al medico.

"È fondamentale che le donne siano consapevoli del fatto che un nodulo non è l'unico sintomo di tumore al seno - spiega Monica Koo, che ha presentato la ricerca - se vi è preoccupazione per qualsiasi sintomo che riguarda il seno, la cosa migliore da fare è un controllo medico il più presto possibile. Fare una diagnosi precoce è davvero cruciale per aumentare le possibilità di sopravvivenza". 


Cani addestrati a riconoscere il cancro al seno


Cani antidroga, cani da tartufo, cani utilissimi nel ritrovare persone scomparse o sopravvissuti a disastri, e adesso cani che potrebbero essere utili contro il cancro al seno. In Francia, al Centro Curie di Ricerca sul cancro di Limoges è partito un progetto per addestrare i cani a usare il loro fiuto per individuare le cellule tumorali. Un metodo assolutamente non invasivo ma che potrebbe rivoluzionare le diagnosi di questo tipo di tumore, che colpisce in Francia circa una donna su dieci.


Thor, il cane che fiuta il tumore al seno


Questo è Thor, un cane di due anni che sta per iniziare il suo allenamento quotidiano. Ha un fiuto molto sviluppato quindi è il candidato ideale. Deve individuare in quale barattolo si trovi la salvietta che si è strofinata addosso una donna che ha un tumore. "Non può vedere le differenze - spiega il suo trainer - può indovinare solo usando l'olfatto, che gli dovrebbe indicare quale è la salvietta giusta, se vuole la sua ricompensa deve sedersi di fronte al barattolo corretto. Per lui è un gioco".

L'idea è partita dal Centro Curie di Parigi, dalla dottoressa Isabelle Fromantine. "Le cicatrici dei tumori lasciano un odore sgradevole - ha spiegato - stavo conducendo una ricerca per capire il motivo di questo odore e pensavo a una soluzione ed ecco che ho realizzato che questa combinazione di profumi così intensi doveva essere collegata non all'infezione o al metabolismo della paziente, ma apparteneva al tumore stesso".

I cani non entrano in contatto con le persone. Chi vuole sottoporsi al test deve semplicemente farsi dare un kit con salviette, gel particolari e altri accessori da bagno e una volta usati, riportarli per farli analizzare. Il team poi analizza i campioni e se c'è qualche risultato dubbio si richiedono esami più approfonditi.

Un modo semplice e anche psicologicamente meno faticoso per chi non vuole sottoporsi frequentemente alle campagne di prevenzione o alle mammografie. Qualcosa di simile è stato sperimentato già negli Stati Uniti per la diagnosi del cancro alla prostata e la percentuale di successo ha superato il 90%.

 

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