Milano

1° Maggio, Bonini (Cgil): grazie a chi si è sacrificato per noi, ora cautela

Il segretario della Camera del Lavoro di Milano: per la prima volta dai tempi della guerra sarà un primo maggio senza lavoratori in piazza

(IMPRESE-LAVORO.COM) - Milano – Un Primo Maggio diverso, senza manifestazione né bandiere del sindacato. “È impressionante pensare a questo Primo Maggio, forse per la prima volta dai tempi della guerra, senza lavoratori in piazza”, dice Massimo Bonini, segretario della Camera del Lavoro di Milano. “La gravità della situazione, sia quella della salute, che del lavoro e dell’economia, mi fa pensare che in fondo questo è un dettaglio: ci sono cose più importanti da affrontare. Dobbiamo contribuire ad attutire gli effetti della crisi a partire dalla tutela della salute dei lavoratori, dare la garanzia di un reddito con gli ammortizzatori sociali, pungolare la politica affinché si renda conto che ci salviamo tutti assieme”. Che parte hanno avuto i lavoratori in queste settimane durissime? “Sono stati determinanti - prosegue il segretario della Cgil – e vorrei ringraziare tutti coloro che durante l’emergenza hanno dato tutto, per consentire a noi di andare avanti. Penso a medici e infermieri che si sono ammalati e in molti casi hanno perso la vita. Vanno ringraziati tutti coloro i quali, in queste settimane, si sono sacrificati per noi, quelli delle pulizie, delle mense, della vigilanza, dei trasporti, quelli come i rider che ci hanno portato ogni cosa utile a casa. Tutte categorie che vanno ringraziate e che noi stiamo ricordando con una campagna social”. Dal 4 maggio scatta la fase 2, cautela? “da lunedì penso che non bisognerà abbassare la guardia, Milano ci sta dicendo che il virus non ha ancora mollato la presa, certo i numeri sono in miglioramento, ma Milano va più lenta. Bisogna tenere alta l’attenzione tornando a lavorare con le garanzie di un sistema di sicurezza per tutti. Le aziende non sono al di sopra dell’emergenza sanitaria, devono confermare sia il lavoro remoto che tutti gli strumenti di protezione dei lavoratori. Va evitata una seconda ondata di chiusura delle attività che potrebbe verificarsi con l’innalzarsi dei parametri dei contagi. Questa eventualità sarebbe un danno oltre che economico anche psicologico peggiore di ciò che abbiamo visto finora. Testa sulle spalle e responsabilità”, conclude Bonini.

 








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