Come cambia Milano agli occhi di una mamma
Poco più di una settimana fa, il 5 settembre, è nata mia prima figlia. Diventare genitori cambia inevitabilmente la prospettiva che abbiamo sul mondo e si iniziano a vedere le cose con occhi diversi. Nel pieno di questa campagna elettorale, mi sono quindi ritrovata a riflettere su alcune questioni che fino a qualche mese fa non avevo mai considerato. D’altronde non c’è niente da fare: se è vero che un politico deve essere in grado di rappresentare gli interessi di tutti i cittadini, è anche vero che alcune esperienze personali ci rendono all’improvviso più sensibili a certi temi.
Giovani genitori a Milano
Partiamo da una premessa: essere genitori a Milano è più facile che altrove. Secondo i dati Open Polis, tra le città che andranno al voto questo 3 e 4 ottobre, Milano è quella che spende di più in istruzione, diritto allo studio, infanzia e asili nido (dati 2019*). Ma è tutto oro quel che luccica?
Anche se le cose vanno meglio che altrove, siamo comunque distanti rispetto ad altre grandi città europee. Per esempio, soltanto una richiesta su tre di accoglienza al nido viene soddisfatta dalle strutture pubbliche e anche le strutture private non assicurano una copertura totale. Inoltre, al di là degli asili nido, ci sono tanti altri servizi necessari a una giovane famiglia come la mia: parchi giochi, pediatri, strutture sportive, doposcuola e via dicendo, ma purtroppo su questi aspetti i quartieri di Milano presentano molte diseguaglianze.
Infine, ci sono gli aspetti urbanistici: io pensavo che andare in bici a Milano fosse complesso, tra pavé e auto parcheggiate ovunque, ma girare con una carrozzina è un’altra storia. Slalom tra motorini, marciapiedi senza scivoli, ascensori in panne, tram vecchi con gradini altissimi, pavé sconnesso sono solo alcuni dei mille ostacoli in strada.
Le proposte di una mamma
Per sostenere i neogenitori e, soprattutto, per ridurre l’abbandono femminile del mercato del lavoro, propongo di agire innanzitutto sulla fascia di bambini che va dai 6 ai 36 mesi, per esempio aumentando l’offerta delle “sezioni primavera”, che richiedono un minor contributo economico da parte delle famiglie, o sostenendo la nascita di nuovi nidi domiciliari. Al contempo, quando si avviano nuovi progetti di housing, soprattutto quello sociale, sarebbe opportuno costruire anche nuovi asili nido.
C’è poi il problema delle barriere architettoniche per le carrozzine, non solo quelle dei bimbi ma anche quelle delle persone diversamente abili. Su questo fronte i progetti in corso sono molti, compresa la partecipazione di Milano al Barrier-free City for All di Eurocities Network. Mi auguro che si continui su questa strada senza ovviamente snaturare alcuni dei simboli della nostra città come pavimentazione e tram d’epoca, ma riordinandoli (pavé soltanto nelle vie pedonali del centro, ad esempio) e affiancandoli a servizi moderni e accessibili.
Anche le Play Streets, già presenti a Barcellona, Parigi e Berlino, sono un ottimo modo per restituire i quartieri ai più piccoli, chiudendo per brevi periodi (un pomeriggio al mese, per esempio) le strade cittadine così da lasciare ai bambini la possibilità di giocare liberamente.
E infine un pensiero agli adulti. In un’ottica di città di prossimità (quella famosa dei 15 minuti) si potrebbe riorganizzare i vari servizi in ciascun Municipio, non solo digitalizzando l’accesso, ma anche potenziando le funzioni di prossimità come gli sportelli di ascolto per le donne, gli sportelli psicologici e anche quelli di orientamento al lavoro.
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*Queste voci di bilancio comprendono gli investimenti dell'ente comunale per infrastrutture, attività e servizi per la scuola dell'infanzia, servizi di trasporto, della fornitura di vitto o alloggio, dell'inclusione per i giovani stranieri, per l'assistenza logistica alle disabilità, per le borse di studio, i buoni libro o le sovvenzioni, le spese legate alla costruzione e alla gestione delle strutture per l'infanzia.
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Giulia Pastorella ha 35 anni ed è responsabile delle relazioni istituzioni europee per Zoom. Ha vissuto molti anni all’estero studiando a Oxford e LSE. Esperta di innovazione e tecnologia è con Carlo Calenda tra i fondatori di Azione. Alle elezioni amministrative di ottobre 2021 è candidata come capolista della lista I riformisti - Lavoriamo per Milano a sostegno del sindaco uscente Beppe Sala