Il futuro è nei network. Milano guardi al mondo e all’Italia per il suo sviluppo
di Giulia Pastorella
Qualche giorno fa il sindaco Sala ha ricevuto un video di endorsement da parte dei sindaci di altre importanti grandi città: da Parigi a Freetown, i primi cittadini di queste metropoli hanno incoraggiato i milanesi a rinnovare la fiducia a Beppe Sala.
Si tratta di un segnale importante che conferma la vocazione sempre più internazionale della nostra città. In questi anni Milano è stato un interlocutore credibile a livello globale, capace di costruire un network che si rivelerà prezioso anche negli anni a venire. Milano, infatti, è piuttosto piccola se paragonata a metropoli del calibro di Londra o New York e può quindi osservare e imparare molto dal confronto con le sorelle maggiori. Anche nella ricerca di soluzioni ai problemi cittadini, che in un luogo come Milano spesso si presentano in scala minore e in ritardo, Milano è agevolata perché può ispirarsi alle strategie adottate dalle grandi, riadattandole, mixandole e scaldandole.
Milano già partecipa a diversi network internazionali di città. Primi fra tutti il C40, una rete globale di grandi città che operano per sviluppare e implementare politiche e programmi volti alla riduzione dell’emissione di gas serra contro i cambiamenti climatici, e il Resilient Cities Network, composto da quasi 100 città che sono impegnate a costruire e investire nella resilienza urbana nel mondo. Nei prossimi 5 anni chi guiderà Milano dovrà espandere e rafforzare questi network internazionali, anche per attrarre nuovi investimenti grazie ad operazioni di business diplomacy.
Non solo oltralpe. Milano guardi anche all’Italia
Al contempo Milano dovrà rafforzare il proprio rapporto con le altre città italiane, visto che ciclicamente ci capita di leggere critiche che la dipingono come troppo performante, troppo produttiva o troppo egoista (vi ricordate l’ex ministro Provenzano?). I prossimi cinque anni sono occasione per ribaltare questa narrativa e per connettere Milano in maniera profonda e pragmatica con le altre città.
È in questa prospettiva che va letto l’incontro avvenuto martedì tra Carlo Calenda, candidato sindaco di Roma, e Beppe Sala. I due candidati hanno ribadito la volontà di creare un filo diretto Milano-Roma necessario per lo sviluppo di entrambe le città. Ma ci sono altre città con cui Milano può naturalmente creare legami. Torino, a un’ora di treno, potrebbe rivelarsi un partner prezioso nell’organizzazione delle olimpiadi invernali e di molti altri eventi.
A seconda di che sindaci verranno eletti nelle altre grandi città (Torino e Roma in particolare), queste connessioni e collaborazioni potranno essere più o meno semplici. Si dovranno anche evitare i grandi proclami e far lavorare insieme le squadre operative, oltre che i leader eletti, perché è a livello di macchina amministrativa che si vincono le partite. Se vinceranno i sindaci “pragmatici”, come a Calenda piace chiamarli, sono convinta che ci sarà molto da guadagnare dalla condivisione e dal confronto.
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Giulia Pastorella ha 35 anni ed è responsabile delle relazioni istituzioni europee per Zoom. Ha vissuto molti anni all’estero studiando a Oxford e LSE. Esperta di innovazione e tecnologia è con Carlo Calenda tra i fondatori di Azione. Alle elezioni amministrative di ottobre 2021 è candidata come capolista della lista I riformisti - Lavoriamo per Milano a sostegno del sindaco uscente Beppe Sala