Milano
A Milano crescono i contagi. Pesenti: "Rinunciate all'happy hour"
Se Milano dovesse vivere la situazione di marzo ed aprile la gestione sanitaria sarebbe molto complessa. Distanziamento e mascherine uniche armi
A Milano crescono i contagi. Pesenti: "Rinunciate all'happy hour"
"Bisogna fare qualche sacrificio ancora per non capitolare nell'inverno. E' una mia idea personale, ma i giovani possono e dovrebbero rinunciare per due o tre settimane all'happy hour. Adesso si chiederebbe un sacrificio modesto per un breve periodo. Se torniamo alla situazione di marzo-aprile sarà più difficile dominarla". E' l'appello di Antonio Pesenti, direttore del dipartimento di Uoc Anestesia-Rianimazione del Policlinico di Milano e coordinatore delle terapie intensive nell'Unità di crisi della Regione Lombardia per l'emergenza coronavirus, interpellato dall'Adnkronos Salute sulla situazione degli ospedali lombardi sul fronte Covid. Il tema è caldo, anche perché secondo le indiscrezioni circolate in queste ore potrebbe esserci anche la chiusura anticipata dei bar nel ventaglio di proposte che saranno poste al vaglio del Comitato tecnico scientifico lombardo, come materiale per la riunione slittata a domani. Dalla Regione hanno precisato che non si tratta né di orientamenti già stabiliti, tantomeno di decisioni già assunte. Pesenti non si esprime su questo, la sua - puntualizza - è una riflessione personale. "Le attività sportive dei bambini pesano numericamente di meno, sono una piccola parte rispetto al numero di persone che si trovano fuori dai locali tra le 17 e le 20.30 per l'happy hour, che è una tradizione molto radicata a Milano", ragiona l'esperto. "Io comprendo, ma i giovani dovrebbero stringere i denti e fare qualche altro sacrificio ancora, evitando assembramenti".
Fari puntati quindi sui reparti di area medica che in questo momento stanno accogliendo il numero più alto di pazienti Covid, non sulle rianimazioni. "Nelle Terapie intensive in questo momento stiamo prendendo anche malati che in altri tempi avremmo trattato in reparti a media intensità" per non intasarli ulteriormente. "E infatti oggi abbiamo circa il 70% di pazienti intubati - circa 35 su una cinquantina di ricoverati in rianimazione - in tempo di emergenza erano il 95%. Tutti questi pazienti hanno polmonite da Covid. La mortalità in terapia intensiva è difficile da calcolare. Globalmente sembra un po' più bassa, ma secondo me è più o meno come prima, se consideriamo la gravità dei malati", conclude Pesenti.