Milano

A Milano la mostra di David LaChapelle: "I believe in miracles"

L'artista 59enne non ha dubbi: "Il mondo sta andando in pezzi, il nostro compito è cercare di rimetterlo insieme, liberandoci dal materialismo e dall'ansia"

David LaChapelle al Mudec di Milano con i suoi 'miracoli'

'I believe in miracles' e' il titolo della mostra di David LaChapelle al Mudec di Milano e anche una professione di fede del fotografo nei confronti della vita. La mostra, curata da Denis Curti e Reiner Opoku, si compone di oltre 90 opere. Prodotta da 24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore e promossa dal Comune di Milano, racconta 40 anni di carriera del fotografo che ha esordito giovanissimo nella factory di Andy Warhol.

"Lo scopo del mio lavoro - racconta LaChapelle - e' condividere il mio sentire sulla fede e il tempo che viviamo: per me avere fede e' esattamente questo, condividere l'amore che hai dentro con gli altri. E i miracoli sono qualcosa di naturale, di cui ho avuto esperienza diretta".

"Ho iniziato a lavorare a 18 anni, quando stavo nell'East Village, anche allora era un periodo di guerra perche' - ricorda oggi, come riporta l'ANSA - c'era la pandemia di Aids, molti intorno a me morivano e io pensavo di non avere tempo davanti a me, volevo capire come rappresentare l'anima, come ridare la vita a chi l'aveva persa". Fu allora, per la prima volta, "che mi avvicinai a Dio, un senso di urgenza che - confida - ho ritrovato negli ultimi 15 anni, sentendo quanto la nostra esistenza sia minacciata, come lo siano l'umano e la natura".

LaChapelle: "Il mondo sta andando in pezzi"

"Ho scelto di ricreare le scene bibliche e cercare di dare a questi personaggi una nuova vita, ispirata a una passione e a una fede nuda cruda". "Storie che non venivano dalla mia mente ma dal mio cuore" ricreate nel paradiso delle Hawaii, dove il 59enne artista ha fissato la sua residenza e dove ha lavorato con i suoi amici "che mi hanno aiutato - dice - a compiere piccoli miracoli: attraverso il nostro pregare e camminare nel bosco tutti insieme, abbiamo lasciato lavorare Dio, sentendoci protetti dalla natura".

"Oggi il mondo sta andando in pezzi, il nostro compito - sottolinea - e' cercare di rimetterlo insieme, liberandoci dal materialismo e dall'ansia, lottando con la fede attraverso la creazione, sempre". "In un momento di guerra e violenza come questo e' impossibile creare arte, per questo - conclude - nelle mie immagini ho voluto portare luce e sentimento". 

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