Milano

"A Milano la primavera di Praga, quando i Russi facevano paura". VIDEO

Ventidue fotografi per quarantacinque scatti che ricordano l'invasione di Praga del 21 Agosto 1968: la mostra a Palazzo Reale, Milano

di Max Rigano

Ventidue fotografi per quarantacinque scatti che ricordano l'invasione di Praga del 21 Agosto 1968, quando i Russi non erano ancora diventati buoni ed erano semplicemente marxisti leninisti e invadevano i paesi vicini con la forza dei carri armati. Quando la politica delle nazioni limitrofi non si allineava alla protervia sovietica, e questo fu il caso della Cecoslovacchia del Presidente Dubcek che diede il via a processi di decentramento politico ed economico, la risposta era militare. Negli scatti che abbiamo raccolto, tra i molti, quelli forse più significativi. I volti della gente comune e quelli dei militari comunisti, le adunate oceaniche dentro le fabbriche in cui gli operai contestavano la violenza comunista, al grido di "Giù le mani dalla Cecoslavacchia". E poi ancora gli occhi, la disperazione di quanti sapevano di stare perdendo il bene più prezioso per un essere umano: la libertà. A Palazzo Reale a Milano una bella mostra che racconta il coraggio di un popolo che ebbe in Jan Palach l'esempio di chi nel nome di quel valore - la libertà - fece il gesto più solenne per conclamarlo come irrinunciabile davanti alla storia. In questo sommario fotografico ci sono anche gli scatti del suo funerale, la gente in fila, e una serrata d'immagini. Iconografia dell'infelicità provocata dal nazionalismo russo che nel nome di un'ideologia - quella comunista - si arrogava il diritto di comprimere i diritti di altri uomini. Scrive Milan Kundera nel libro "L'insostenibile leggerezza dell'Essere":

"Quell'anno i soldati russi erano stati addestrati a rispondere alle provocazioni e alle eventuali reazioni. I fotografi e gli operatori cechi capirono che proprio loro potevano fare l'unica cosa che si potesse ancora fare: conservare per un lontano futuro l'immagine di una violenza. Teresa passò sette giorni interi sulle strade a fotografare soldati e ufficiali russi in ogni genere di situazioni compromettenti. I Russi non sapevano che fare. Avevano ricevuto precise istruzioni su come comportarsi se qualcuno avesse sparato contro di loro o gettato delle pietre ma nessuno aveva dato ordini se qualcuno avesse puntato su di loro l'obiettivo di una macchina fotografica".


La mostra rimarrà a Palazzo Reale fino al 24 Giugno ed è gratuita. Un lavoro molto ben fatto dalla responsabile dell'allestimento Pamela Campaner fondatrice di Expowall e con il sostegno della curatrice Dana Kyndrova, e la collaborazione della Leica Gallery di Praga che ha saputo ricostruire il socialismo di Dubceck che la Russia di Breznev volle colpire. Se non avete mai visto quelle foto, andate a vederle. Se non siete mai stati a Praga, andateci. Vi spiegheranno cosa è stato il comunismo. Il grande fratello del capitalismo. Due miserie, su di un unico pianeta.







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