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A Milano un test Covid di massa, semplice e veloce per far ripartire il Paese

di Alessandro Pedrini per Affaritaliani.it Milano

Il Buzzi di Milano sta sperimentando la Guthrie Card, per test Covid di massa, semplici e rapidi. Intervista al direttore Gian Vincenzo Zuccotti

A Milano un test Covid di massa, semplice e veloce per far ripartire il Paese

A tu per tu con Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore del Dipartimento di Pediatria e Pronto Soccorso dell’Ospedale Buzzi di Milano e professore ordinario di Pediatria presso l’Università degli Studi di Milano. Grazie ai suoi studi e alle numerose pubblicazioni scientifiche è considerato uno dei pediatri più affermati a livello nazionale e internazionale. Al Buzzi di Milano sta sperimentando l’utilizzo della Guthrie card per arrivare a un test di massa sulla popolazione e scoprire in poco tempo e a pochi euro chi ha già gli anticorpi anti-Covid e quindi poter vaccinare per primo chi non l’ha avuto e anche di poter rilasciare un certificato di immunità, aggiornato periodicamente e verificabile tramite un QR Code per cercare di tornare alla normalità e far ripartire l’economia.

Il test di Guthrie è un semplice test non invasivo che permette di identificare precocemente numerose malattie entro i primi giorni di vita dei neonati. Si effettua un’indagine a tappeto eseguita su tutta la popolazione di bambini per ricercare determinate patologie che potrebbero ostacolare il loro normale sviluppo. È a Robert Guthrie che si deve il merito di aver effettuato il primo screening per il riconoscimento di iperfenilalaninemia e fenilchetonuria, alla fine degli anni sessanta, mediante la raccolta di poche gocce di sangue prelevate dal tallone del neonato tra la seconda e la terza giornata di vita su una speciale carta assorbente che prese il nome di Guthrie Card.

In che modo la Guthrie card può essere utilizzata nella battaglia contro il Covid 19?

Avendo a disposizione le strumentazioni di laboratorio utilizzate per il test di Guthrie, con la stessa modalità - con poche gocce di sangue prelevate con un semplice “pungidito” e in poco tempo – possiamo sapere chi ha sviluppato gli anticorpi anti Covid. I risultati possono essere utilizzati per conoscere chi ha già avuto la malattia, anche in maniera asintomatica e per vedere gli effetti del vaccino. Un test assolutamente affidabile con una sensibilità del 97%, al pari di un prelievo venoso. Facendo un test di massa possiamo valutare, vista la penuria attuale di vaccini, chi ha bisogno del vaccino e chi invece può aspettare. In Regione Lombardia, per esempio, dove circa il 30% della popolazione è venuta a contatto con il virus (circa 3 milioni), bisognerebbe dare la priorità all’altro 70% in modo da rendere più efficace ed efficiente la vaccinazione. Questo per arrivare all’immunità di gregge in tempi minori.

Questo in Lombardia, ma nelle altre regioni è possibile fare lo screening?

Tutte le regioni hanno un laboratorio di screening di riferimento. È quindi possibile fare questi test a livello nazionale. È da mesi che lo proponiamo, è già stato perso troppo tempo. Fare lo screening a tutta la popolazione, o comunque ad una fetta importante, ci consentirebbe di sapere chi ha la priorità nella vaccinazione e anche di poter emettere una sorta di certificato di immunità, aggiornato periodicamente e verificabile tramite un QR Code per cercare di tornare alla normalità e far ripartire l’economia. È necessario dare alla popolazione una prospettiva, una via d’uscita.

Chi può effettuare il test alla popolazione?

La cosa bella della Guthrie card è che è un test semplicissimo da fare, simile al controllo della glicemia per i diabetici. Si usa appunto un pungidito e si posizionano un paio di gocce di sangue sulle strisce reattive fornite nel Kit. I cartoncini vengono poi consegnati ai centri di riferimento. In pratica questo test può essere effettuato a casa, in farmacia, nelle scuole, dal medico di base, nelle piazze. In meno di un minuto e a pochi euro. Il risultato viene dato in giornata.

Che risultati ci sono stati dalla sperimentazione?

La sperimentazione è stata fatta all’Ospedale Buzzi e l’ho proposta anche al Pio Albergo Trivulzio. Lo screening sui dipendenti, effettuato con cadenza mensile, ha dimostrato che su chi non ha mai avuto l’infezione il vaccino è stato efficace dopo 14 giorni, per chi invece l’ha avuta e ha perso nel tempo gli anticorpi, sono bastati 7 giorni per produrre nuovi anticorpi ed in grande quantità. Risultati significativi da tenere conto.

Questo test sarebbe una rivoluzione per le scuole di ogni ordine e grado che si sono dimostrate un serbatoio del virus…

È così. Questo screening è fondamentale. I bambini, contrariamente a quanto si crede, non è vero che non si ammalano e che non trasmettono il virus. I bambini si ammalano, ma fortunatamente in maniera meno severa. Abbiamo fornito il kit a 15 scuole di Milano e i risultati sono stati significativi: a settembre circa il 3% dei bambini aveva sviluppato gli anticorpi, a dicembre era salito al 13% e ora lo ripeteremo ad aprile.

Quali altri test sono altrettanto efficaci?

I test salivari si sono dimostrati una efficace misura di sorveglianza e contenimento dell’infezione in contesti comunitari, con una conferma della positività nel 98% dei casi verificati successivamente con tampone. In Francia è stato autorizzato da Ministero, in Italia no. Un test che può essere fatto tranquillamente a casa, imbevendo di saliva il cotone, e poi inviato al laboratorio, evitando code, assembramenti e soprattutto l’impiego di personale sanitario che ora deve essere necessariamente utilizzato per le vaccinazioni.








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