Milano

A Sala diamo una medaglia al merito. Oppure un calcio nel sedere

di Fabio Massa

In un commento a caldo ho scritto - e lo ribadisco - che l'autosospensione era un atto sbagliato per il sindaco Beppe Sala. Sbagliato perché il sindaco deve essere pronto a rimanere sulla graticola: si fa rosolare, diventa San Sebastiano per la città. Ora, pare proprio che l'autosospensione non si possa attuare, e questo è un bene. Oggi si parla di "allontanamento temporaneo". Pochi giorni di countdown e poi si torna al lavoro. Ecco, a proposito di countdown. Io ne avrei messo uno, bello grosso, digitale, all'ingresso di Palazzo Marino.  E vi spiego a che cosa sto pensando.

Io penso che Beppe Sala sia completamente e assolutamente onesto. Hanno scandagliato Expo in tutte le maniere. Eppure lui vive nella sua solita casa di Milano, qualunque cosa l'ha acquistata senza ombre (sì sì, pure le altre due case se le è comprate con i suoi soldi, malgrado le cazzate amministrative), e non c'è un soldo illecito che è saltato fuori dalle Esposizioni che è finito a suo vantaggio. Non si faceva fare favori da nessuno. E su questo, anche la Procura Generale, non esattamente ben disposta verso il primo cittadino, ha potuto sollevare eccezioni. Errori, forzature, atti un po' border line ci sono stati? E' stato per Expo, e dunque per l'interesse pubblico. Io sono dell'idea che se fosse accertato che Sala ha rubato un caffè, dovrebbe sparire con disonore dalla faccia della terra. Ma che se fosse accertato che Sala ha piegato regolamenti, variato date, prodotto documenti, anche al di fuori della burocrazia ciclopica e inutile dell'Italia di oggi, e se fosse accertato che si è dimenticato di quella norma o di questo laccio, o se fosse accertato che se ne è bellamente fottuto, ecco, io vorrei proporre Sala per una medaglia al merito. Come il medico che ruba una sacca di sangue per soccorrere e salvare la vita a un ragazzino che sta morendo dissanguato sul marciapiede. E che poi nessuno si sogni di accusarlo di furto, bastardi burocrati. Mutatis mutandis come Mattei che faceva strame dei regolamenti comunali per dotare l'Italia di una infrastruttura energetica della quale oggi tutti usufruiamo senza neppure sapere quante quintalate di carte e ricorsi ha prodotto. 

Ecco, decidiamo che cosa è questa inchiesta. E' un'inchiesta sul malaffare? O è il racconto di un uomo che ha ereditato un corpo malconcio e sanguinante, quasi ucciso dalle liti di Formigoni con Moratti con Penati con Glisenti con Stanca (ve lo ricordate quello che cucinava - peraltro bene - e litigava con Diana Bracco). E quel corpo malato l'ha fatto diventare un orgoglio per l'Italia. Illuso e idealista, certo, ché nessuna azione resta impunita e ché in Italia non c'è grande opera che non finisca a carte bollate poiché l'Italia è una repubblica fondata sul ricorso e il potere è esercitato dai giudici. Illuso lui, idioti noi a pensare che una classe dirigente possa nascere qui da quello che si fa e non da chi ti propone, per via politica. Oggi c'è chi chiede l'eradicazione dell'intera classe dirigente, paragonando Sala e Marra. L'uno accusato di aver compiuto illeciti per favorire Expo, l'altro di essersi fatto fare i lavori in casa. Il medico che ruba la sacca di sangue e il mariuolo che ti ruba l'auto. 

Quindi, io non mi sarei mai autosospeso. Perché non avrei mai e poi mai dato in mano ai giudici la sorte di Milano. Ma avrei messo un bel countdown davanti a Palazzo Marino. E ci avrei scritto sopra "Dimissioni di Sala": 90 giorni. Poi 89, 88 e via discorrendo. Se entro 90 giorni non si arriva alla fine del procedimento e a una decisione, mi levo dalle scatole. Così avrebbe in un colpo solo dato il senso della propria trasparenza, e messo un po' di senso di responsabilità a giudici che, riesumando un'inchiesta archiviata, spedendo una mail all'indirizzo di un avvocato d'ufficio (ma volete chiamarlo, almeno, è il sindaco che diamine...), hanno influenzato la politica di Milano. Perché Milano viene prima di tutto. Prima di Beppe Sala, ovviamente. Ma anche prima della Procura Generale, che è sovraordinata a tutto, tranne che ai cittadini.

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it







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