Milano
A spasso con Passaro nel protocollo di Stato, tra ufficialità e aneddoti
Ieri a Milano la presentazione del libro del Capo del Cerimoniale di Palazzo Chigi
A spasso con Enrico Passaro nel protocollo di Stato, tra ufficialità e aneddoti
Chi ha frequentato Palazzo Chigi negli ultimi vent’anni, chi ha partecipato o assistito ad eventi in cui era presente il Presidente del Consiglio pro tempore, ha senz’altro intravisto la sagoma gentile di Enrico Passaro, ne avrà incrociato lo sguardo vigile su persone e movimenti, apprezzato affabilità e professionalità. Lui è il Capo del cerimoniale di Stato.
Da Berlusconi a Conte, passando per Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, Passaro è stato (ed è) l’ombra che precede e che accompagna i nostri Premier nei grandi appuntamenti nazionali e internazionali, prepara gli incontri con Capi di Stato e di governo, rivede le scalette di missioni istituzionali all’estero e in giro per l’Italia. Molti lo avranno notato nei giorni dell’ultimo G20 a Roma, al fianco di Draghi: era ovunque, nella Nuvola di Fuksas, dove si svolgevano i lavori, o a Fontana di Trevi, al termine della breve passeggiata dei leader nel centro storico della Capitale. Sua l’idea del lancio della monetina da parte dei Grandi della Terra. Una foto che ha fatto il giro del mondo.Così come c’è la sua mano nel realizzare l’idea della Portavoce e del fotografo del Presidente di coinvolgere nella foto ufficiale del Summit il personale medico e sanitario, come ringraziamento dell’incessante e straordinario lavoro svolto in questa pandemia. “Per la prima volta, dopo la foto, ho visto tutti i leader applaudire”, ha confidato.
Ma il rapporto con Draghi non è partito benissimo. “Lei mi farà impazzire”, gli ha sussurrato l’ex Presidente della BCE, una volta varcato il portone di Palazzo Chigi.
Ieri sera Passaro ha presentato il suo libro “Non facciamo cerimonie” (Editoriale Scientifica) a Milano, presso le Stelline.
Diverse le testimonianze: Stefano Buffagni, parlamentare del Movimento 5 Stelle, ex Sottosegretario alla Presidenza per gli Affari regionali nel Governo Conte I, ha ammesso: “Quando siamo arrivati eravamo come extraterrestri, fortuna che abbiamo potuto fare affidamento sull’ufficio del cerimoniale”; il sindaco Beppe Sala, che si è esercitato con il protocollo dai tempi di Expo 2015, con tutte le visite dei leader, da Putin a Merkel, da Michelle Obama a Netanyahu, ha sintetizzato il suo pensiero con pragmatismo ambrosiano: “in fondo, il cerimoniale facilita la vita”.
Stefano Rolando, docente di comunicazione all’Università IULM e già Capo del Dipartimento per l’Editoria a Palazzo Chigi tra la metà degli anni 80 e la metà degli anni 90, ha pescato nel passato aneddoti spassosi sulle “rotture di protocollo”, per esempio quelle del Presidente Pertini. Una volta, in visita in Spagna, Pertini si fermò davanti ai giornalisti, anche se non era previsto dal cerimoniale e, con il Re che lo teneva sottobraccio, circostanza che in genere non apprezzava, disse: “Sono felice di essere qui con questo giovanotto, che ha riportato la Repubblica nel Paese” (intendeva dire democrazia, si può immaginare il panico…).
Ma la battuta più bella nel corso della presentazione, introdotta da PierCarla Delpiano, presidente della Fondazione Stelline, e moderata dal direttore di Affari Italiani, Angelo Maria Perrino, è del Prefetto di Milano, Renato Saccone, cresciuto alla scuola del Viminale, con una lunga esperienza in molte città d’Italia. “Un giorno ci chiederemo: ma chi è quella persona al fianco di Enrico Passaro?”. Del resto, siamo un Paese che in 76 anni ha cambiato 67 Governi… In Germania il collega di Passaro - lo ha sottolineato in chiusura lo stesso Passaro - non ricorda l’ultimo passaggio di consegne tra Cancellieri tedeschi. Forse, neanche c’era. In effetti, correva l’anno 2005! Era il 22 novembre…
Per Passaro, in sala, molti “del mestiere”: dal capo del cerimoniale della Regione Lombardia, Davide Pacca, al collega del Comune, Luca La Camera, e della Città Metropolitana di Milano, Angela Forte; dal direttore degli affari istituzionali di Assolombarda, Pietro Sala, al responsabile del “protocollo” della Curia di Milano, Marco Zibardi, dal capo delle relazioni esterne di Fiera Milano Spa, Andrea Ferrari, al capo degli eventi del Museo della Scienza e Tecnologia, Mauro Bonazzoli, dal direttore dello Spettacolo del Comune di Milano, Isabella Menichini, all’ex prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, per diversi anni a Palazzo Chigi come direttore del Gabinetto del Segretario Generale negli anni di Ciampi, Berlusconi e Dini.
Con questo libro, Passaro ci porta a spasso nelle vicende del protocollo di Stato, con serietà, rigore, talvolta anche con un po’ di leggerezza. Esperienze, emozioni e ricordi dietro le quinte degli affari di Stato. Come dice nella prefazione il suo maestro, Massimo Sgrelli, autore di un manuale indispensabile per chi lavora nelle Istituzioni: “Le forme pubbliche contribuiscono a formare la coscienza istituzionale e sono una componente dell’etica pubblica”. Facile allora a dire… non facciamo cerimonie!
Per nulla cerimonioso, ma assai sentito, il lungo applauso che la Presidente Delpiano ha voluto tributare all’ex capo del cerimoniale di Palazzo Marino, scomparso lo scorso anno, Serafino Cagnetti, una vera “istituzione” cittadina.