A2A

Ricicleria nel carcere di Bollate, Camerano (A2A): "Esempio d’inclusione"

È una ricicleria con annesso impianto di trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, quella che A2A ha realizzato nel carcere di Bollate

Ricicleria nel carcere di Bollate, Camerano (A2A): "Esempio d’inclusione e sviluppo"

È una ricicleria con annesso impianto di trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, quella che A2A ha realizzato nel carcere di Bollate. Mettendo assieme business e socialità. Ci lavoreranno a regime una ventina di detenuti. Oggi è stata presentata, alla presenza del direttore aggiunto della Casa di Reclusione Milano Bollate Cosima Buccoliero, del direttore del provveditorato per la Regione Lombardia dell'Amministrazione penitenziaria Pietro Buffa, dall’amministratore delegato di A2A Valerio Camerano. Presenti anche l’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia Raffaelle Cattaneo e l’assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Milano Marco Granelli, con loro i vertici di Syndial, società ambientale di Eni.

“L’impianto al carcere di Bollate, oltre al contributo in termini di economia circolare, rappresenta un esempio di inclusione e un’opportunità di sviluppo professionale per le persone coinvolte nel progetto: per questa ragione la componente umana del lavoro vuole essere adeguatamente valorizzata rispetto all’automazione del processo” spiega Valerio Camerano, amministratore delegato del Gruppo “Questo progetto è uno dei tanti tasselli che compongono il nostro “modello A2A” per l’economia circolare: un sistema basato sulla gestione integrata dell’intera catena ambientale, dalla raccolta al trattamento, e che prevede che tutti i rifiuti siano avviati a recupero di materia o energia evitando così il ricorso alla discarica.” 

Per la gestione delle attività dell’impianto è stata costituita la società LaboRAEE, controllata da Amsa società del Gruppo A2A. L’iniziativa naturalmente risponde all’esigenza di promuovere l’inclusione socio-lavorativa di persone in difficoltà. Dal mese di aprile 2018 sono iniziate le attività di avviamento dell’impianto che attualmente impiega 5 detenuti, con l’obiettivo di accrescere nel prossimo futuro il numero di persone coinvolte nel progetto. L’impianto occupa una superficie di circa 3.000 m2 e ha l’autorizzazione al trattamento di 3mila tonnellate all’anno di rifiuti elettronici, inoltre è dotato di un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia green.

Il trattamento dei rifiuti viene effettuato su due linee di smontaggio, la prima dedicata a tv, monitor e grandi elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie (tipologia di RAEE R2 e R3), l’altra per i piccoli elettrodomestici (tipologia R4) come telefoni cellulari, personal computer e periferiche, apparecchiature audio e video, utensili e giocattoli elettrici. Grazie alle attività di smontaggio che vengono effettuate dai lavoratori impiegati è possibile recuperare metalli ferrosi e non ferrosi (rame, ottone, bronzo, stagno), tipologie di polimeri plastici, gomma, nonché componenti informatiche come schede elettroniche, hard disk, processori e alimentatori.

“L’impianto di trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici arricchisce il Carcere di Bollate di un’ulteriore opportunità per potersi rimettere in gioco attraverso il lavoro. Si tratta anche di un progetto virtuoso che unisce l’attenzione all’ambiente al terzo settore, dimostrando come una proficua collaborazione tra pubblico e privato possa, come fine ultimo, approdare all’inclusione sociale in un’ottica di vera sostenibilità” chiarisce Cosima Buccoliero. Raffaele Cattaneo, da parte sua spiega che “il recupero della materia, ma ancor di più il recupero delle persone. A partire dall’ottica dell’economia circolare si realizza un progetto che ha come fondamento la valorizzazione dell’uomo, che non è più guardato come scarto, ma come un soggetto che mette in gioco la sua umanità. Per questo Regione Lombardia ha finanziato con 2 milioni di euro la realizzazione del capannone che alloggia le apparecchiature per lo smontaggio dei RAEE, favorendone il recupero con la riduzione dell’impatto ambientale e dimostrando la volontà del nostro governo regionale di far fronte alla tematica del sostegno e della formazione dei detenuti, nella prospettiva di un carcere come momento di reinserimento nella società e non solo luogo in cui scontare della pena”.

L’auspicio di tutti è che l’attività possa essere ampliata per coinvolgere più imprese e un maggior numero di operatori. LaboRAEE e Syndal hanno stretto un accordo triennale per il recupero di circa 1.300 tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici provenienti dal Gruppo ENI. Il contratto con Ecodom, il principale Sistema Collettivo che gestisce in Italia, senza fini di lucro, il trasporto e il trattamento dei RAEE, prevede il conferimento in 2 anni di circa 1.300 tonnellate di lavatrici, lavastoviglie e forni ad incasso.