Milano
Accordo Italia-Emirati Arabi: una porta spalancata per le nostre imprese
Giovanni Bozzetti, presidente di Efg Consulting, commenta l'intesa raggiunta tra i due Paesi: "Emirati, un hub per aggredire i mercati del Golfo, del sud est asiatico, dell'Africa. Un'occasione anche per abbattere certi luoghi comuni". L'intervista
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Accordo Italia-Emirati Arabi: una porta spalancata per le nostre imprese
Oltre quaranta intese per un valore complessivo di quaranta miliardi di dollari. Gli accordi a tutto campo - dalla ricerca spaziale alle rinnovabili, dall'AI ai data center - siglati tra Italia ed Emirati arabi uniti, rappresentano un punto di svolta nei rapporti tra i due Paesi. E costituiscono una straordinaria opportunità di business per le imprese italiane. "Si è spalancata una porta, ora si tratta di cogliere questa opportunità e di investire in un Paese, gli Emirati, che rappresentano anche un hub verso l'Africa ed il sud est asiatico". Questo il commento di Giovanni Bozzetti, presidente di Efg consulting, che organizza con il ministero dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti Investopia Europe a Milano.
Bozzetti, tra i principali esperti di strategie di internalizzazione verso gli Emirati ed autore di "Emirati: nulla è impossibile", edito da Mondadori, aggiunge: "Questa è anche l'occasione per superare alcuni sterotipi che non corrispondono assolutamente a verità, e smentire quei falsi miti che affliggono ancora la nostra percezione degli Emirati". L'intervista.
Bozzetti, Meloni ha parlato di una pagina "storica" per le relazioni tra Italia ed Emirati Arabi Uniti. E' davvero così?
E' stata una giornata assolutamente storica: la visita del presidente Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan a Roma ha elevato la cooperazione bilaterale tra i due Paesi ad una alleanza strategica che può spalancare le porte a quelle imprese italiane che vogliono avviare business ed investimenti negli Emirati. E viceversa. Con un commitment da parte del Governo emiratino di 40 miliardi di dollari.
Gli accordi interessano tutte le maggiori aziende private italiane, da Eni a Leonardo, da Intesa Sanpaolo a Cdp ed Enel, per citarne alcune.
Questi quaranta accordi rappresentano solo la punta dell'iceberg. Consideriamo che già negli ultimi cinque anni l'export verso gli Emirati è cresciuto del 50%, raggiungendo un volume di sette miliardi di euro. Cifre che fanno dell'Italia il secondo partner europeo degli Emirati. Un Paese nel quale il Made in Italy è straordinariamente amato. Questo ha come conseguenza sia il fatto che gli emiratini preferiscono fare business con gli italiani, sia una predisposizione a investire di più per prodotti italiani rispetto a prodotti provenienti da altri Paesi.
Quella con gli Emirati è una intesa che può aprire a mercati più ampi in Africa e sud est asiatico. Può potenzialmente rappresentare persino una alternativa alla Via della Seta?
Gli Emirati sono sicuramente uno straordinario hub per aggredire i mercati del Golfo Arabico, del sud est asiatico, dell'Africa in particolare: uno dei capisaldi degli accordi è proprio la cooperazione in investimenti sul Continente. Viceversa, l'Italia può rappresentare per gli Emirati un hub per aggredire il mercato europeo.
Si preannuncia dunque ancora più interessante l'appuntamento con la nuova edizione milanese di Investopia, il prossimo 16 maggio alla Borsa...
Sicuramente l'evento, nel solco di questa partnership, avrà ancora maggiore rilevanza. Parteciperanno circa 600 tra imprenditori ed investitori dei due Paesi, che si riuniranno per perseguire opportunità di business con appositi incontri B2B. Abbiamo invitato i ministri Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti, Daniela Santanchè, Antonio Tajani, già presenti anche l'anno scorso, oltre al vicepremier Matteo Salvini ed al presidente del Senato Ignazio La Russa. E ci saranno il ministro emiratino dell'Economia Abdullah Bin Touq Al Marri e la ministra delle Imprese Alia Bint Abdulla Al Mazrouei.
Le buone relazioni tra i due Paesi, che hanno propiziato gli accordi, poggiano su similitudini forse ai più inaspettate, come ha raccontato anche lei nel suo libro "Emirati: nulla è impossibile".
Frequento gli Emirati dal 2001. E come molti mi ero avvicinato al Paese con molti stereotipi e una certa diffidenza per una cultura diversa. Invece nel tempo ho potuto iniziare a conoscere ed apprezzare anche le similitudini con l'Italia. Innanzitutto dal punto di vista sociale, con la fondamentale importanza rivestita dalla famiglia. Poi, dal punto di vista economico: negli Emirati il tessuto imprenditoriale è composto al 90% da piccole e medie imprese, spesso a gestione famigliare. Una condizione simile alla nostra e che porta a dare maggiore importanza al rapporto interpersonale con i titolari delle imprese, portatori di una storia che dura nel tempo. L'importanza attribuita alle relazioni umane è dimostrata anche dall'amicizia tra la nostra premier Giorgia Meloni e lo sceicco Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, che ha sicuramente favorito gli accordi. Aggiungo che gli Emirati sono tra i Paesi più sicuri del mondo e tra i più tolleranti.
Le intese siglate il 24 febbraio potranno costituire una opportunità anche per Milano, una città che secondo diversi osservatori pare aver perso la propria spinta propulsiva, non solo per le vicende legate all'urbanistica?
Io direi che si tratta sicuramente di una opportunità incredibile per tutta la Lombardia. E stiamo infatti lavorando con la Presidenza di Regione per individuare opportunità di investimento. D'altra parte la Lombardia costituisce un terzo del Pil italiano, quindi è naturale che parte rilevante del business nascerà qui. Gli accordi con gli Emirati potrebbero essere una grande opportunità anche in termini di marketing territoriale, con la possibilità di veicolare investimenti sulle infrastrutture e sulla cultura, valorizzando ulteriormente il territorio milanese e lombardo.