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Gruppo Cap
Biopiattaforma di Sesto San Giovanni. Il percorso partecipativo

Gruppo CAP e CORE S.p.a. hanno dato il via a un percorso per la realizzazione di un progetto di simbiosi industriale che unisce l’esistente termovalorizzatore di Via Manin a Sesto San Giovanni e il depuratore attiguo realizzando una piattaforma dedicata alla bioeconomia.  All’area verrebbe così garantito un futuro certo, mantenendo l’attuale vocazione industriale ma rigenerandosi in un centro di ricerca innovativo dedicato all’economia circolare a proprietà interamente pubblica. 

Un vero e proprio polo dell’innovazione green, il primo in Italia, che rappresenta il cuore della rete metropolitana di tutti i depuratori gestiti da Gruppo CAP per la sperimentazione sulle acque reflue, grazie anche alla collaborazione con i partner del Progetto Smart Plant (finanziato dalla EU nell’ambito degli obiettivi di Horizon 2020), l’Università di Verona, il Politecnico di Milano, l’Università Bicocca e il CNR. L’area, completamente rinnovata ospiterà ricercatori e start up impegnati nello sviluppo di nuove soluzioni ecocompatibili per trasformare quello che prima era uno scarto in prodotti a forte valore aggiunto. Una vera e propria ‘bioraffineria’ verde che produrrà biometano, calore, dove si recupereranno nutrienti, e produrranno compost, bioplastiche e fertilizzanti naturali. La disponibilità di acqua depurata, oltre a essere reimmessa pulita nel vicino Lambro, consentirebbe l’irrigazione delle aree verdi limitrofe, tra cui figurano i parchi del quartiere Adriano nel Comune di Milano.

Il nuovo impianto, per cui è previsto un investimento di più di 47 milioni di euro intende diventare un punto di eccellenza per la produzione di biometano dalla frazione umida dei rifiuti e per la valorizzazione dei fanghi da depurazione. Inoltre, rispetto al termovalorizzatore attualmente in funzione è prevista una drastica riduzione dei fumi e delle emissioni dannose (meno 76%) e l’annullamento delle emissioni climalteranti. L’avvio dell’impianto non solo consentirà di recuperare materia organica e trasformarla in energia, ma fornirà anche un forte impulso alla raccolta differenziata, portando benefici al territorio in termini ambientali, occupazionali e come volano di crescita e sviluppo sostenibile. 

L’’operazione si inserisce in un progetto più complesso promosso da Gruppo CAP che, dopo aver lanciato il primo distributore di biometano da acque di fogna al depuratore di Niguarda-Bresso, ha deciso di investire oltre 50 milioni di euro nella trasformazione tecnologica di tutti gli impianti in chiave di economia circolare.

Situato a Sesto San Giovanni in Via Manin, tra i Comuni di Cologno Monzese e Milano, il sito produttivo di CORE oggi occupa 43 dipendenti, e verrebbe impiegato a supporto delle tecnologie e dei processi di recupero dei fanghi in ottica di simbiosi industriale. Il depuratore di Sesto San Giovanni serve 124mila abitanti equivalenti e tratta i reflui fognari provenienti dalla città di Sesto, sia per quanto riguarda gli scarichi industriali sia – soprattutto - per gli scarichi civili. Una volta trattata e depurata, l’acqua viene restituita all’ambiente e immessa nel fiume Lambro.

 

 

Il percorso partecipativo BioPiattaformaLab

Ispirato al modello del débat public francese, aperto a tutti i cittadini e gli stakeholder locali che lo desiderano, BioPiattaformaLab è il percorso partecipativo sviluppato da Nimby Forum per il progetto di trasformazione del termovalorizzatore e del depuratore di Sesto San Giovanni in una biopiattaforma dedicata all’energia circolare. 

Come si struttura 

Il percorso inizia dalla fase di progettazione preliminare ed è coordinato da una figura terza, indipendente e autonoma: Agnese Bertello, facilitatore, garante della trasparenza del dibattito.La fase operativa prevede 5 incontri volti a raccogliere e dare sistematicità ai temi, alle istanze e ai contributi che emergeranno via via in un documento finale, dal carattere ufficiale, che sarà consegnato a Gruppo CAP e CORE S.p.a., le aziende pubbliche chiamate a esprimersi in merito alle questioni poste.

Completezza e trasparenza delle informazioni, rispetto e ascolto reciproco, approfondimento e indagine della complessità sono i principi cui il percorso si ispira. 

Le tappe del percorso

1 incontro di presentazione delle caratteristiche generali del progetto; 

3 laboratori tematici dedicati ad approfondire aspetti specifici del progetto; 

1 incontro di chiusura in cui sarà presentato il documento di sintesi prodotto dal coordinatore del percorso partecipativo.

La versione on line

Tutti i materiali prodotti, i resoconti degli incontri, i documenti e le slide presentate, saranno messe a disposizione sul sito internet dedicato, aggiornato al termine di ogni incontro: www.biopiattaformalab.it

Attraverso le pagine del sito sarà possibile documentarsi sullo sviluppo del percorso, porre quesiti, consegnare ufficialmente documenti e pareri, dialogare con il coordinatore del percorso e con CAP-CORE.

Organizzazione degli incontri

Aspetti generali

Agli incontri saranno presenti i rappresentanti della società e i rappresentanti delle amministrazioni coinvolte, in una logica di partecipazione attiva basata su momenti di ascolto e momenti di intervento. 

Incontro di presentazione

Il primo incontro, organizzato in seduta plenaria, sarà la sede in cui i relatori presenteranno il progetto, da un punto di vista strategico e tecnico, evidenziando peculiarità e ricadute previste sul territorio. I partecipanti verranno riuniti intorno a tavoli di lavoro in gruppi di 10 persone circa, e coordinati dal facilitatore, svilupperanno una discussione intorno ai temi del progetto. Sarà questo il contesto per far emergere le tematiche più delicate intorno alle quali la cittadinanza richiede maggiori informazioni, maggiore chiarezza, nonché il confronto con i pareri degli esperti. 

Al facilitatore il compito di favorire la circolazione della parola, fare in modo che tutti possano sentirsi ascoltati ed esprimere la loro opinione, per poi riassumere quanto emerso nel momento di chiusura dell’incontro. Un lavoro propedeutico alle tematiche da affrontare nei laboratori successivi. 

Laboratori tematici

I tre laboratori si aprono con un approfondimento sugli aspetti specifici del progetto a cura di un tecnico di Gruppo CAP. A seguito della presentazione, i cittadini, sempre organizzati in tavoli, si confrontano sugli aspetti che sembrano più significativi. 

Nella fase di restituzione, interverrà anche un esperto super partes che avrà modo di fare delle prime controdeduzioni sulla base di quanto segnalato dai cittadini. 

Incontro finale di presentazione dei risultati

Nimby Forum presenterà una relazione che tiene conto di tutti i contributi emersi, compresi quelli arrivati online, le domande, ecc., in modo da sintetizzare criticità, preoccupazioni, proposte emerse dal confronto. 

L’ultima parte del percorso spetta a Gruppo CAP e CORE S.p.a. che, preso in carico il lavoro di Nimby Forum procederanno con le dovute valutazioni, indicando un incontro successivo dove analizzare come e in che misura il dialogo con il territorio avrà permesso di intervenire sul progetto, che verrà ufficialmente presentato alla Conferenza dei Servizi entro dicembre 2019. 

NIMBY FORUM 

Nimby Forum è un progetto di ricerca sul fenomeno delle contestazioni territoriali ambientali avviato e promosso da Allea. Nato nel 2004 con l'obiettivo di analizzare l'andamento della sindrome NIMBY (Not In My Back Yard), Nimby Forum costituisce oggi il primo e unico database nazionale delle opere di pubblica utilità che subiscono contestazioni e si è accreditato come importante think tank sul tema. 

Nimby Forum ha gestito, sviluppato e coordinato oltre 50 processi partecipativi su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di costruire consenso attorno alle iniziative industriali, maturando un’esperienza e una conoscenza del contesto uniche in Italia. 

Tra i progetti di consensus building e stakeholder engagement seguiti: Ascoli 21, per il progetto di riqualificazione dell’area ex Carbon, Shell, sul progetto di indagine geofisica per la ricerca di idrocarburi nel Mar Ionio, Asja Ambiente Italia sui progetti di costruzione di impianti di trattamento Forsu per la produzione di biometano e compost. 

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