Milano

Acque sicure, Cap si dota del Water Safety Plan

Il Gruppo Cap gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, sarà il primo in Italia ad adottare il Wsp, Water Safety Plan, sul proprio sistema acquedottistico, e dall’Istituto Superiore di Sanità. "Il Wsp - spiega Cap - è divenuto parte integrante della legislazione europea con la direttiva 2015/1787 che modifica gli allegati II e III della direttiva 98/83/CE del Consiglio concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, e concede due anni di tempo ai singoli Stati per adeguarsi alla nuova normativa. Il Wsp ridefinisce il modello del controllo dell’acqua potabile, basato fino ad ora sulla sorveglianza di segmenti circoscritti del sistema-acquedotto (prelievo-trattamento- distribuzione) e sul monitoraggio a campione dell’acqua distribuita in rete, trasformandolo in un sistema globale di gestione del rischio esteso all’intera filiera idrica dalla captazione al punto di utenza finale. In pratica il Wsp consentirà a Cap, che implementerà il progetto nel corso dei prossimi due anni con la consulenza dell’Istituto Superiore di Sanità, di decidere insieme alle Asl e alle altre autorità competenti, sulla base di una valutazione dei rischi, quali parametri monitorare in relazione ai rischi realmente presenti sul territorio e accuratamente analizzati. Sarà possibile, infatti, scegliere di aumentare o ridurre la frequenza dei campionamenti nelle zone di approvvigionamento, nonché estendere la lista di sostanze da monitorare in caso di preoccupazioni per la salute pubblica. Il tutto anche grazie al coinvolgimento attivo dei Comuni e degli stakeholder. La flessibilità nel monitoraggio dei parametri e nella frequenza di campionamento è inquadrata in una serie di requisiti da rispettare, per assicurare la protezione della salute dei cittadini. Ciò consentirà di ridurre drasticamente le possibilità di contaminazione delle acque captate e di attenuare o rimuovere la presenza di fattori di rischio chimico e microbiologico attraverso trattamenti delle acque adeguatamente progettati, eseguiti e controllati e, infine, di prevenire eventuali ri- contaminazioni in fase di stoccaggio e distribuzione dell’acqua fino al punto di consegna".

“Gruppo Cap ha fatto dell’innovazione e della sicurezza dell’acqua potabile un suo elemento distintivo. Per questo non solo abbiamo contribuito concretamente alla discussione europea che ha portato alla revisione della Drinking Water Directive, ma vogliamo essere i primi a compiere questa vera e propria rivoluzione della sicurezza dell’acqua che esce dai nostri rubinetti – spiega Alessandro Russo Presidente di Gruppo Cap –. Il passaggio al Wsp significa per il Gruppo un investimento importante in innovazione tecnologica, in ricerca e sviluppo della conoscenza. Tutto per garantire un’acqua ancora più di qualità, sulla quale i controlli non sono solo puntuali e continui, come avviene già adesso, ma anche ritagliati sulle caratteristiche della nostra falda e del nostro territorio, anche grazie al dialogo con i Comuni e con i cittadini”. “In pratica, per ogni sistema acquedottistico – dichiara Luca Lucentini, ricercatore dell’ISS - vengono valutati i possibili pericoli che possono compromettere la sicurezza dell’acqua in ogni fase della sua presenza nell’ambiente naturale, captazione, trattamento e distribuzione fino al rubinetto, stimandone il rischio e il possibile impatto sulla salute e, soprattutto, ridefinendo le misure per evitare pericoli. Il risultato è un sistema sotto controllo ed una elevata qualità dell’acqua fornita nel tempo, garantita da evidenze misurabili. Un lavoro multidisciplinare e poliedrico, definito in una Linea guida nazionale, che CAP intende attuare in una filiera idro-potabile complessa e di larga estensione, svolto in cooperazione con le Autorità sanitarie e ambientali regionali e locali, e con il supporto tecnico-scientifico dell’ISS. Certamente, data la sua portata innovativa, le esperienze del progetto andranno a contribuire alle azioni di prevenzione in tema di acqua e salute coordinate dal Ministero della Salute e condotte da molte Regioni e Province Autonome, fornendo anche elementi di conoscenza originali da condividere in ambito europeo ed Oms”.







A2A
ZX