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Fanghi: rifiuto o risorsa? In Lombardia la gestione è innovativa e circolare

di Debora Bionda

Un innovativo progetto lombardo punta sulla sperimentazione di nuove tecnologie per il trattamento dei fanghi rispettose dell'ambiente e della sostenibilità

Fanghi: rifiuto o risorsa? In Lombardia la gestione è innovativa e circolare

Secondo gli ultimi dati ISPRA disponibili, nel 2018 in Lombardia sono state trattate oltre 800.000 tonnellate di fanghi, di queste 500.000 sono fanghi di depurazione derivanti da acque reflue urbane. Numeri che rendono necessaria la ricerca di strategie di lungo periodo per il trattamento, il recupero e il riutilizzo di questo rifiuto. Del resto, la problematica del trattamento e smaltimento dei fanghi ha assunto in questi ultimi anni sempre maggiore importanza nell’ottica di una visione sostenibile della gestione e del trattamento di acqua, aria e rifiuti. Lo sa bene Regione Lombardia alleata di FANGHI, progetto vincitore del bando Call Hub Ricerca e Innovazione, che potrà contare su un finanziamento di 4.266.823,86 euro (a fronte di un valore complessivo di 9.904.708,53 euro) da parte dell’Assessorato Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia, coperto anche con fondi POR-FESR 2014-2020.

“Attualmente – spiega Mario Nenci, coordinatore del progetto FANGHI per conto di A2A Ambiente, capofila del partenariato - il sistema maggiormente utilizzato in Italia per il trattamento è lo spargimento su terreni agricoli, che consente di sostituire quasi completamente la concimazione chimica. L’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura deve però assicurare che non ci siano impatti riconducibili alla possibile presenza di composti organici nocivi, diossine, sostanze farmaceutiche, metalli pesanti e microrganismi patogeni, che possono causare problematiche di inquinamento dei suoli, delle falde acquifere e delle colture con ricadute per la salute ambientale e umana. Un'alternativa per il trattamento di quella parte di fanghi che dovesse risultare in grado di generare impatti sui suoli è l’essiccamento finalizzato al successivo recupero energetico che può anche essere associato al recupero di nutrienti, quali il fosforo. Solo un approccio sistemico può garantire di definire la miglior soluzione quale combinazione di diverse tecnologie il cui impatto ambientale, sanitario e economico deve essere adeguatamente valutato, da queste esigenze è nato FANGHI, “Forme avanzate di gestione dei fanghi di depurazione in un hub innovativo lombardo”, che si pone come obiettivo la sperimentazione di nuove tecnologie di trattamento dei fanghi finalizzata all’individuazione della strategia, singola o combinata, più vantaggiosa in termini di sostenibilità sanitaria, ambientale energetica ed economica.”

“FANGHI – prosegue Nenci - è stato sviluppato all’interno dei gruppi di lavoro Water Energy Nexus e Air Clean del Cluster lombardo per l’energia e l’ambiente - Lombardy Energy Cleantech Cluster. A2A Ambiente S.p.A è capofila di un partenariato composto da Brianzacque S.r.l., Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, Lariana Depur S.p.A., MM S.p.A. e TCR Tecora S.r.l. Il progetto verrà sviluppato dai partner con un approccio integrato, che unisce attività di innovazione tecnologica, sperimentale e modellistica di frontiera. A2A Ambiente utilizzerà due dei suoi impianti esistenti che saranno il centro della sperimentazione delle nuove tecnologie di co-combustione e di mono-combustione. In particolare, a Brescia, in un forno con tecnologia a griglia, verrà effettuata una sperimentazione in co-combustione dei fanghi con rifiuti residui e da trattamento dei rifiuti urbani non recuperabili: scopo della sperimentazione, analizzare l’influenza della co-combustione dei fanghi sull’efficienza energetica e sulla possibilità di recuperare materiali dalle ceneri di fondo e da quelle leggere. A Corteolona, in un impianto con tecnologia a letto fluido, verranno effettuate prove in mono-combustione e verrà predisposto un sistema di essicazione dei fanghi ed un impianto pilota per l’estrazione del fosforo dalle ceneri. MM realizzerà un impianto sperimentale per la mono-combustione di miscele di fanghi disidratati ed essiccati e sperimenterà il processo di carbonatazione dei fanghi (HTC) all’interno della linea fanghi del depuratore acque reflue di Milano San Rocco, studiando le possibilità di recupero di materia ed energia all’interno del depuratore stesso nonché al termine della filiera. BrianzAcque svilupperà il primo impianto in Europa di bioessicamento dei fanghi di depurazione. La struttura sarà in grado di essiccare i residui del ciclo depurativo mediante calore generato dalla proliferazione batterica così da ottenere materiale idoneo alla successiva valorizzazione energetica e al recupero del fosforo. Nel campo della gestione sostenibile e del trattamento dei reflui urbani, Lariana Depur sperimenterà, in collaborazione con il Politecnico di Milano, diverse tecnologie per determinare l’origine della presenza dei composti perfluorati (PFAS) nei fanghi di depurazione e nelle acque reflue depurate immesse nell’ambiente. Saranno individuate strategie tecnologiche per la rimozione a monte e nelle fasi di depurazione centralizzata. Inoltre, presso l’impianto di depurazione Alto Seveso a Fino Mornasco (CO) si prevede la realizzazione di due impianti pilota basati su due diverse tecnologie per il trattamento in continuo e la rimozione dei PFAS dalle acque reflue e dai fanghi risultanti ottimali dalla selezione effettuata con prove di laboratorio. TCR Tecora® avrà il ruolo di sviluppare la tecnologia atta alla valutazione di impatto sanitario ed ambientale, attraverso sistemi combinati di monitoraggio della qualità dell’aria e la realizzazione di un prototipo per il monitoraggio real-time dei metalli a camino. L’impatto sanitario ed ambientale delle differenti strategie di impiego dei fanghi sarà valutato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, che integrerà la metodologia VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) dell’Istituto con l’applicazione delle Linee Guida 2019 di ISS (Istituto Superiore della Sanità che è anche advisory board della procedura). Effettuata con approccio tossicologico ed epidemiologico, la metodologia risulta un valido strumento di analisi che valuta gli effetti dannosi esercitati dagli agenti chimici e fisici su campioni Biotici ed Abiotici (studio delle sostanze tossiche singole e/o miscele, delle loro caratteristiche chimico-fisiche e dei loro effetti biologici). L’Università di Brescia sarà coinvolta nel progetto e si occuperà della valutazione ambientale, economica e normativa degli interventi migliorativi proposti. È inoltre previsto anche il coinvolgimento di esperti dell’Università di Milano e del Politecnico di Milano.”

Un progetto di ampio respiro, dunque, che si rifà a ormai imprescindibili principi di economia circolare e sostenibilità. I risultati attesi non possono che essere di lunga gettata: maggiore recupero di energia/calore per alimentare le reti di teleriscaldamento; rimozione dei composti organici inquinanti; recupero di sostanze nutrienti fertilizzanti (fosforo e potassio); riduzione della produzione dei fanghi; monitoraggio ambientale con un sistema di analisi combinato per il controllo dei microinquinanti organici e inorganici; valutazione ambientale, economica e normativa degli interventi. E come se non bastasse, FANGHI ha anche un altro elemento che rende il progetto ancora più speciale: la parità di genere, con team per la metà costituito da donne, per un futuro più verde, ma anche più rosa.