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Il cibo? È una medicina. Le frontiere del benessere passano dalla nutraceutica

Debora Bionda

SCIDA è un progetto pensato per la prevenzione e il trattamento di alcune patologie infiammatorie molto comuni, come il colon irritabile e la dermatite atopica

Il cibo? È una medicina. Le frontiere del benessere passano dalla nutraceutica

“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, diceva Ippocrate. Oggi come allora il valore terapeutico di una sana alimentazione per preservare la propria salute è fuori discussione. La prevenzione passa, dunque, anche e soprattutto dal cibo. Semplice stile di vita? No, le evidenze scientifiche ci sono, eccome.  Va proprio in questa direzione SCIDA, progetto che mira alla realizzazione di innovativi prodotti probiotici e prebiotici per la prevenzione e il trattamento di alcune patologie infiammatorie molto comuni, come la sindrome del colon irritabile e la dermatite atopica.

Si tratta di un’iniziativa con potenzialità enormi, sia per chi soffre di queste patologie o è a rischio, sia per i conti pubblici: l’impatto sulla spesa pubblica sanitaria è infatti tutt’altro che trascurabile. Il progetto SCIDA presenta caratteristiche talmente innovative che tra i principali sostenitori c’è l’Assessorato Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia, che ha partecipato sostenendo con un cofinanziamento di 2 milioni 237 mila euro, a valere sui fondi POR FESR 2014-2020, l’iniziativa.

SCIDA nasce dalla collaborazione strategica di SANOFI SPA, rinomata realtà farmaceutica con sede a Origgio (VA) che si è messa alla guida di un partenariato tutto lombardo composto da centri di ricerca come l’Università degli Studi di Milano, l’ASST Fatebenefratelli Sacco e il Consorzio Italbiotec di Milano, associato a nove atenei; insieme a loro due aziende, la Roelmi HPC, partner di innovazione per il mercato della salute e della bellezza e Bict Srl, attiva nei settori farmaceutico, nutraceutico, cosmetico e per la nutrizione delle piante e degli animali. 

Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di nutraceutica, ovvero l’utilizzo di sostanze alimentari capaci di incidere in modo positivo sulle funzioni fisiologiche dell’organismo. L’industria della salute guarda alla nutraceutica e agli alimenti funzionali con crescente interesse. Non è un caso dunque se SANOFI e gli altri partner del progetto stanno dedicando tanta attenzione a questi super alimenti (tra cui troviamo probiotici, antiossidanti, acidi grassi omega-3, immunostimolanti e non solo).

Abbiamo cercato di scoprire quanto più cose possibili su SCIDA parlando con il dott. Roberto Di Domenico, Site Manager di SANOFI Origgio.

In cosa consiste SCIDA e da quale tipo di esigenza nasce?
Il progetto nasce dall’esigenza di una sempre maggior sensibilità della popolazione a patologie infiammatorie quali la sindrome del colon irritabile (IBS, di cui soffrono tra il 10% e il 20% degli adulti) e la dermatite atopica (AD, interessa circa il 20% dei bambini e il 3% degli adulti), due patologie che si possono prevenire e curare tramite una corretta alimentazione e ricorrendo ad alimenti funzionali in grado di agire sui batteri intestinali responsabili dell’insorgenza di entrambe. L’iniziativa prevede quindi la messa a punto di nuovi alimenti funzionali di origine naturale attraverso la combinazione di prodotti e materie prime già caratterizzate dai singoli partner, in grado di avere un effetto preventivo e curante. Grazie alle competenze interne al partenariato, l’obiettivo finale è quello di mettere sul mercato nuovi composti naturali in grado di prevenire l’insorgenza delle patologie, agendo direttamente sul microbiota intestinale e senza ricorrere a farmaci prodotti per via sintetica.

Quale impatto avrà il progetto?
Stimiamo che il progetto possa portare sul mercato almeno due nuovi composti di origine naturale, in grado di agire in modo sinergico e con valore aggiunto rispetto agli attuali probiotici già in commercio.

Quali saranno i benefici per la collettività?
La collettività potrà beneficiare di nuovi prodotti naturali in grado di prevenire attivamente l’insorgenza della IBS e della AD; i prodotti ottimizzati, grazie alle componenti innovative di cui sono composti, avranno inoltre un effetto sistemico sull’organismo umano, contribuendo ad un maggior benessere generale della popolazione.

A livello occupazionale sono stati creati nuovi posti di lavoro?
Il progetto prevedeva inizialmente il coinvolgimento di un totale di 44 persone, allo stato attuale sono state coinvolte 63 ricercatori e tecnici specializzati, per un totale di 15 nuovi posti di lavoro creati. E se attualmente sono 63 i ricercatori e i tecnici specializzati, si prevede di arrivare almeno a 70 alla conclusione delle attività progettuale, di cui almeno 17 di nuova assunzione.

Tra le nuove assunzioni ci sono anche dei giovani?
Complessivamente il progetto coinvolge 28 ricercatori under 35, di cui 13 di nuova assunzione.

A che punto siete?
I prodotti sono stati caratterizzati sia a livello analitico sia attraverso studi e ricerche preliminari a livello di laboratorio; sono in corso incontri specifici di definizione e messa a punto del processo preindustriale per la successiva fase di avvicinamento al mercato.

È previsto un brevetto?
Allo stato attuale un partner del progetto sta depositando un brevetto, alla conclusione si prevede possano essere almeno due.

Presto chi soffre di sindrome del colon irritabile e dermatite atopica avrà dei nuovi alleati per migliorare il proprio stato di salute. Il giorno in cui questi alimenti funzionali saranno a disposizione è sempre più vicino, Roberto Di Domenico conclude infatti dicendo “Le attività sino a oggi svolte sono risultate di grande impatto e interesse per i partner, che stanno valutando la possibilità di implementare uno studio clinico al fine di validare i risultati sino ad oggi ottenuti e velocizzare quindi la possibilità di mettere sul mercato i nuovi prodotti naturali.” Il contributo di Regione Lombardia, attenta al benessere dei suoi abitanti e non solo, ancora una volta ha fatto la differenza.