Affare Fatto
In Lombardia lavatrici smart e fabbriche più sicure con la digitalizzazione
Elettrodomestici intelligenti che dialogano con chi li utilizza dando consigli? E' già una realtà anche grazie a un progetto lombardo
In Lombardia lavatrici smart e fabbriche più sicure con la digitalizzazione
In un mondo sempre più smart e digital anche gli elettrodomestici diventano intelligenti e capaci di trovare o suggerire le soluzioni più efficaci a chi li utilizza. Avete mai “parlato” con la vostra lavatrice chiedendole quale programma di lavaggio è più adatto al vostro bucato? C’è chi ha pensato anche a semplificarci la vita anche in questo modo.
Realizzare elettrodomestici intelligenti che possano dialogare con l’utente per consentirgli di ottimizzarne l’utilizzo e in grado al tempo stesso di segnalare alla fabbrica di produzione eventuali malfunzionamenti o criticità, è infatti stato l’obiettivo di FABBRICA 4.0.
Questo progetto, vincitore della Call Accordi per la Ricerca, ha visto il coinvolgimento di un gruppo di realtà lombarde come Candy Hoover Group oggi Haier Europe (capofila), New Target Web, L.C.M. Progetti, Info Solution Spa, Cefriel.
FABBRICA 4.0 ha potuto contare su un contributo da parte dell’Assessorato Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione di Regione Lombardia di 2,753 milioni di euro (su un investimento complessivo di 7,3 milioni di euro) a valere su fondi POR FESR 2014-2020.
Abbiamo chiesto a Daniele Frigerio, Corporate NPI and Funding di Haier Europe, di raccontarci gli obiettivi della ricerca condotta. “Il progetto Fabbrica 4.0 – risponde Frigerio - ha due anime: una legata al prodotto, l'altra al processo. In entrambi i casi il filo conduttore è stata la digitalizzazione. Per quel che riguarda l’innovazione di prodotto abbiamo messo a punto un sistema di visione “intelligente” in grado di rispondere a tipiche domande del consumatore come: «quale programma scelgo per lavare questi panni?» oppure «posso lavare questi panni tutti assieme?». Grazie a un algoritmo in grado di riconoscere colore e carico del bucato fotografato con uno smartphone, la lavatrice è così capace di suggerire al consumatore il miglior programma di lavaggio per lo specifico bucato, impostandolo sulla macchina, oltre a dare informazioni su come ottimizzare il lavaggio ed evitare di rovinare i capi. Questa innovazione ha portato al deposito di una domanda di brevetto.”
“Abbiamo anche sviluppato un aspetto ‘conversazionale’ – prosegue Frigerio - prevedendo un assistente vocale integrato all’interno della lavatrice in grado di interagire in maniera attiva con l’utente permettendogli di ricevere risposte alle proprie domande e di attivare comandi. Tutto questo è stato possibile ricorrendo all’intelligenza artificiale capace di comprendere la domanda e fornire la miglior risposta per l’utente, con il testo della risposta visibile anche sul display della lavatrice. L’innovazione ha portato anche al deposito di tre domande di brevetto.”
“L’altra anima del progetto – spiega Frigerio - è legata al processo e si è tradotta in una piattaforma che comunica con la fabbrica segnalando eventuali criticità e contribuendo allo sviluppo e miglioramento del prodotto. Non solo, abbiamo utilizzato le nuove tecnologie per aumentare la sicurezza dello stabilimento Candy a Brugherio attraverso la realizzazione di un nuovo sistema di segnaletica laser, per la gestione intelligente del passaggio di carrelli o operatori; l’installazione di blue-laser su carrelli elevatori per segnalarne la presenza; l’istituzione del Safety Corner per i visitatori, di Multimedia Safety Point e di un sistema di Safety Management multimediale, ma anche l’introduzione di elmetti con sistema radio integrato per ambienti rumorosi. Infine, abbiamo introdotto robot e automatizzazione in alcune fasi strategiche di lavorazione.”
In merito a quale sia stata la principale difficoltà del progetto, Frigerio non ha dubbi: “La parte più difficile è stata quella di “addestrare” l’algoritmo a comprendere i diversi accenti della lingua italiana in modo che la lavatrice potesse interagire con chiunque, da Nord a Sud. È stato un percorso estremamente complicato abbiamo dovuto ripetere le cose tante volte finché l’algoritmo potesse comprendere inflessioni diverse, pronunce differenti o un modo diverso di fare la stessa domanda o dare la stessa risposta”.
Mentre l’aspetto più gratificante è stato sicuramente “lavorare in partnership a un obiettivo comune e con l’idea di realizzare delle innovazioni in grado di rendere più competitive e sicure le industrie italiane”.
Oggi che la digitalizzazione è la parola d’ordine, comprendere cosa si sia già fatto in passato in tal senso in Lombardia, ci dà la dimensione di come essere lungimiranti e forse anche un po’ visionari, permetta di intraprendere prima di altri percorsi che guardano al futuro.