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Mobartech, una piattaforma per conoscere e apprezzare l’arte lombarda

Innovazione nell'arte, Mobartech trasforma l'esperienza artistica e diffonde la cultura lombarda

Mobartech, una piattaforma per conoscere e apprezzare l’arte lombarda

di Debora Bionda

Picasso diceva che l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni. E l’arte serve proprio a questo, a riportarci alla vita, a farci toccare mondi che vanno aldilà dell’ordinario.

Tutti almeno una volta abbiamo visto Il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, anche solo in un libro a scuola o su internet. Tutti siamo rimasti rapidi dal quel gruppo di persone che avanza con dignità e chiede riconoscimento e rispetto. Un quadro che è diventato il simbolo di chi lavora con umiltà e sacrificio. Oggi il dipinto accoglie i visitatori all’ingresso del Museo del Novecento a Milano. Il Quarto Stato è un’opera d’arte di grande valore sociale e politico. Immaginate di poter sapere come Pelizza da Volpedo ha dato le sue pennellate per disegnare un volto o un’espressione. Immaginate di poter vedere quel gruppo di lavoratori muoversi e camminare verso chi lo sta guardano. Non sarebbe fantastico? Non stiamo parlando di fantascienza, tutto questo in parte è già realtà grazie al progetto Mobartech.

“Nel nome Mobartech c’è di fatto un po’ tutto il senso del progetto - spiega Isabella Castiglioni, ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - perché si tratta dello sviluppo e della realizzazione di una piattaforma mobile tecnologica, interattiva e partecipata per lo studio, la conservazione e la valorizzazione di beni storico-artistici. Quando dico partecipata dagli utenti, mi riferisco a utenti che vengono sì dal mondo della ricerca e sviluppo tecnologico al servizio dei beni culturali, ma anche dal pubblico, dal momento che attraverso i sistemi messi a punto all’interno del progetto Mobartech, i visitatori possono sperimentare una serie di tecniche partecipative, venendo così coinvolti direttamente. Il cuore di Mobartech è una piattaforma mobile che si sta realizzando in un laboratorio mobile che sarà di supporto allo studio delle opere d’arte, soprattutto in siti scarsamente accessibili (si pensi a mostre in siti impervi dal punto di vista geografico o ancora chiusi come dei siti archeologici o monumenti in restauro). Il laboratorio si occupa della raccolta e trasmissione dati. I dati sono messi a disposizione dei partner del progetto (tra cui Università degli Studi di Milano, Università Bicocca, Università Cattolica, l’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare di CNR, Eucentre). Alla piattaforma compartecipano poi delle aziende che sono leader nel settore, prima tra tutte la capofila Artèria, specializzata nei trasporti di beni culturali. A cui si affiancano altri partner tecnologici di primaria importanza, come XGLab e Space.”

Mobartech è un progetto complesso dunque, con una dimensione di spesa di 7 milioni e mezzo di euro. I partner compartecipano alla spesa con una percentuale in media del 40-50%. La restante parte dell’investimento è stato finanziato grazie ai fondi POR FESR  2014 – 2020 messi a disposizione dall’assessorato per la Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia. Una strategia virtuosa quella dell’assessorato regionale dal momento che mira da un lato a supportare aziende del territorio, dall’altro a valorizzare siti d’interesse culturale e artistico lombardi. Ed è proprio la valorizzazione culturale su aree diverse, come educazione, comunicazione, conoscenza e studio del patrimonio culturale, conservazione e restauro del patrimonio artistico, l’obiettivo di Mobartech allo scopo di ampliare la fruibilità delle meraviglie artistico-culturali che la Lombardia dispone. Importanti anche le ricadute sul tessuto sociale: Mobartech ha coinvolto ben 82 ricercatori tecnologici, di cui 18 neoassunti under 35.

“C’è molto sviluppo tecnologico – continua Isabella Castiglioni – si sta creando della strumentazione ad hoc che va a studiare in modo non invasivo né distruttivo le opere d’arte. Si utilizzano tecnologie fisiche che vanno oltre il visibile, per esempio la radiografia, si fa uso di infrarossi e di luce ultravioletta, sfruttando i principi fisici di interazione con la materia in modo da penetrare in profondità e ottenere delle informazioni che altrimenti sarebbe impossibile avere. La sfida di questa piattaforma è quella di non far sì che questo patrimonio scientifico e tecnologico rimanga nelle mani di pochi esperti, ma che sia a disposizione del grande pubblico, con linguaggi adeguati affinché l’arte sia giustamente valorizzata e apprezzata. Ne nascono dei progetti spettacolari, delle vere e proprie mostre nelle mostre, come è successo nel caso della mostra di Caravaggio e di Giotto a Palazzo Reale, dove a disposizione del visitatore c’erano anche i disegni preparatori, le ricette dei pigmenti e delle informazioni sconosciute che riguardavano le fasi precedenti alla realizzazione delle opere finali.”

Oltre al Quarto Stato, altri due casi studio meritano di essere citati: l’insula viscontea a Milano e il sito Unesco Mantova-Sabbioneta.

Il primo interessa 4 siti d’interesse artistico e culturale, tra cui la Chiesa di San Giovanni in Conca, in Piazza Missori. Mentre la cripta è in buono stato di conservazione, la chiesta è quasi completamente distrutta. La tecnologia Mobartech sta lavorando a una raccolta archivistica di tutti quelli che erano gli elementi appartenenti alla chiesa nel XII° secolo. Attraverso strumenti multimediali e realtà virtuali, il visitatore potrà vedere come era una volta la chiesta e in futuro sarà inoltre possibile scoprire i percorsi dell’insula fatta di camminamenti aerei e ammirare com’era questa parte di Milano.

Per quanto riguarda invece il sito Mantova-Sabbioneta, qui Mobartech sta intervenendo anche a livello di educazione al rispetto e alla conservazione del patrimonio artistico. Tanto che sono stati messi a punto dei kit per i visitatori più giovani attraverso cui conoscere le tecniche di restauro, come si puliscono gli affreschi e altre curiosità sugli interventi di conservazione. Con la partecipazione e la condivisione di informazioni si cerca di comunicare il valore del patrimonio e l’importanza di preservarlo. Aspetti tutt’altro che trascurabili.

Se davvero l’arte toglie dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni, c’è da aspettarsi che un progetto così coinvolgente e complesso contribuisca a far splendere gli amanti dell’arte.