Affare Fatto

Plastica: in Lombardia c’è chi lavora per renderla green e circolare

di Debora Bionda

Plastica nemica dell'ambiente? Dipende, con il progetto PRINCE si può limitare l'impatto della plastica sull'ambiente grazie a della tecnologia innovativa

Plastica: in Lombardia c’è chi lavora per renderla green e circolare

Mai come in questi ultimi anni il tema ambientale è diventato fondamentale. Dalle norme contro i sacchetti di plastica alla lotta al monouso, sono tanti gli interventi volti a limitare l’utilizzo della plastica. In Lombardia si sta cercando di fare un ulteriore passo avanti: far andare d’accordo plastica e ambiente. Impossibile? C’è chi pensa non sia così. Il progetto si chiama “PET-Re-polymerization Italian Network Compact Extrusion” (PRINCE) e nasce proprio per contribuire allo sviluppo sostenibile dei materiali plastici, in una logica di economia circolare. L’idea è perfettamente in sintonia con la visione di futuro sostenibile di Regione Lombardia, tanto che PRINCE è uno dei progetti che ha vinto il bando Call Hub Ricerca e Innovazione e ricevuto un contributo economico di 2.875.543,79 euro (su un valore totale del progetto di  5.234.355,47 euro) dall’Assessorato Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia, a valere su risorse dei fondi POR FESR 2014-2020.

Ma come è possibile che plastica e sostenibilità vadano a braccetto? Lo abbiamo chiesto a Mauro La Ciacera, Amministratore Delegato dell’Istituto Italiano dei Plastici (IIP): “Tramite l’introduzione di una tecnologia innovativa per la migliore gestione dei rifiuti plastici, in particolare del PET da bottiglia, si mira ad aumentare la frazione recuperabile in modo economicamente interessante e energeticamente efficiente per il suo reintegro sul mercato come rPET. L’intento è quello di superare drasticamente, grazie alla nuova tecnologia “Xtender”, le limitazioni tecnologiche inerenti allo stato dell’arte nel riciclo del PET quali ad esempio la pre-essiccazione allo stato solido della resina (scaglie) prima dell’estrusione, che attualmente implica considerevoli investimenti in macchinari, spazi, energia e la rigradazione molecolare del polimero che oggi viene fatta sia allo stato solido (SSP) sia in quello liquido (LSP), ma con meccaniche che ricalcano vecchi schemi, andando a sviluppare, industrializzare e validare un impianto pilota in grado di produrre, a partire da scaglie di rPET, in continuo e direttamente su di un’unica linea di trasformazione, 5 diversi manufatti finiti.”

Un progetto complesso, dunque, che vede il giusto compendio di expertise e conoscenze diverse. “Il partenariato, fortemente integrato e complementare, unisce le competenze e le professionalità specifiche di un Organismo di Ricerca, specializzato nella certificazione di sistema/prodotto della filiera delle materie plastiche (Istituto Italiano dei Plastici), un inventor di tecnologie innovative relative al processo dei polimeri termoplastici (Nexxus Channel) e sei aziende specializzate nella realizzazione di macchinari ed attrezzature per materie plastiche (I.C.M.A. San Giorgio, Eprotech, O.M.G.M., Magic MP, Soltex, R.B. Engineering), le quali svilupperanno i downstream per la produzione dì diversi manufatti industriali”, spiega La Ciacera.

Poter contare sul sostegno economico di Regione Lombardia, non è poca cosa. “Il progetto PRINCE – sottolinea La Ciacera - ha un valore nominale complessivo di 5,5 milioni di euro, di cui il 60% garantito da Regione Lombardia. È evidente che trattasi di uno stimolo finanziario di primaria importanza per lo sviluppo e l’innovazione, specie in un momento economicamente critico come quello attuale.  Particolarmente interessante, inoltre, la circostanza che i partner industriali, geograficamente, orbitano attorno a IIP, essendo tutti localizzati in un raggio di massimo 100 km. Tale contiguità territoriale, oltre ad accresce le probabilità di successo del progetto, evidenzia l’elasticità e la prontezza del sistema industriale lombardo.”

Le carte in regola per fare la differenza ci sono tutte ed è davvero il momento di mettersi al passo con il resto del mondo. “L’efficientamento del riciclo delle materie plastiche e del PET in particolare – aggiunge La Ciacera - è una delle sfide fondamentali che si stanno affrontando a livello internazionale già da svariati decenni. L’Italia, purtroppo, pur essendo all’avanguardia nei sistemi di raccolta, differenziazione e lavaggio, è dal punto di vista tecnologico, ad oggi, praticamente assente nel processo del PET in fase totalmente liquida (essiccazione + rigradazione). Il cuore della nuova tecnologia, l’“Xtender”, che mira a trattare il materiale allo stato liquido a guisa di un film di larghezza definita e spessore e velocità impostabili, consentendo di “visitare” tutto il materiale una o più volte, allo spessore desiderato, rimuovendo residui di acqua, oligomeri e prodotti di reazione con un’accuratezza ad oggi impensabile, si candida come la prima iniziativa Italiana, riempiendo una casella rimasta vuota da troppo tempo. Ne consegue un impianto compatto, poco costoso e iper-efficiente, il primo “con passaporto” italiano (con domanda di brevetto depositata), appropriata risposta alla ben nota supremazia austriaco-tedesca, nel campo. Elemento questo di importanza strategica per l’Italia che è il secondo paese Europeo in materia di riciclo di materie plastiche.”

Si andrà dunque a colmare un gap importante. L’Italia è pronta a mettersi al passo col resto del mondo anche su questo fronte e la Lombardia, ancora una volta, è il motore di idee innovative destinate a rendere il futuro un posto più vivibile, dove anche la plastica sta dalla parte dell’ambiente.