Affare Fatto
Un futuro smart per gli edifici storici grazie a intelligenza artificiale e 5G
La maggior parte degli edifici in Lombardia hanno più di 30 anni, con il progetto SAMBA anch'essi potranno godere di tutti i vantaggi dell'essere smart
Un futuro smart per gli edifici storici grazie a intelligenza artificiale e 5G
Immaginate di poter lavorare all’interno di un edificio storico, capace di spegnere le luci nelle stanze dove non ci sono riunioni, abbassare il riscaldamento quando non serve, migliorare la qualità dell’aria quando viziata e avvisare in caso di problemi di sicurezza. Impossibile? No, il progetto SAMBA (Smart Mobility Architecture) ha come obiettivo proprio trasformare gli edifici che hanno almeno 30 anni in smart building attraverso l’integrazione di sensori di nuova generazione, intelligenza artificiale e 5G. I benefici saranno davvero tanti, a partire da una gestione oculata degli impianti di riscaldamento o raffreddamento e delle luci che permetterà risparmi energetici e la riduzione degli inquinanti.
SAMBA nasce dalla condivisione di idee e competenze all’interno di un ampio partenariato composto da Kalpa (capofila), Fondazione Eucentre, 3P Technologies, Harpaceas, ATS, AGEvoluzione, in collaborazione con Alchema e Triwù. L’efficientamento energetico e la lotta all’inquinamento sono da tempo tra gli obiettivi di Regione Lombardia, non sorprende dunque che SAMBA sia fra i progetti selezionati all’interno del bando Call Hub Ricerca e Innovazione e che riceverà un sostegno economico di 2.924.814,25 euro (su un valore complessivo di 5.653.546,26 euro) dall’Assessorato Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia, a valere su Fondi Europei POR FESR 2014-2020.
“Il progetto SAMBA – spiega Flavio Barna, Amministratore Delegato di Kalpa Srl - parte dall’idea di innovare edifici esistenti o storici (che abbiano quindi almeno 30 anni) e che rappresentano circa il 70% degli edifici in Lombardia. Si tratta in genere di edifici che non sono dotati di connettività, sensori, domotica e automazione. A questa idea di base abbiamo deciso di aggiungere delle peculiarità che al momento non esistono nel settore, ovvero raccogliere dati, inserire del machine learning e intelligenza artificiale per riuscire a definire e predire il comportamento di uno stabile. Si tratta quindi di rilevare come si muovono le persone all’interno dell’edificio e cosa succederà al suo interno. In questo modo riusciremo a collezionare tantissime informazioni, come il numero di accessi per ora e tipo, le temperature nelle varie stanze e nei corridoi, l’accensione delle luci, i flussi creati all’interno dello stabile, dati sulla sicurezza. Così facendo saremo in grado di rilevare il livello di usura e il comportamento dello stabile in passato per creare dei modelli predittivi su come si comporterà l’edificio e quali saranno le sue esigenze in futuro. Questo servirà per l’efficientamento generale. Per esempio, sarà possibile capire quando viene usato il riscaldamento per ottimizzarne l’utilizzo, ma anche quando è il caso di cambiare i filtri dei fancoil oppure avere un sensore della qualità dell’aria che permetta di effettuare della manutenzione intelligente, risparmiando e anticipando situazioni critiche.”
“A beneficiare di questa tecnologia, pensata principalmente per spazi di coworking, uffici pubblici e privati, palazzi istituzionali, direzionali e ospedali – prosegue Barna – saranno gli utenti dello stabile e il gestore dell’edificio che avrà a disposizione un pannello di controllo in grado di monitorare le informazioni raccolte per sapere come e quando intervenire. Non a caso fra i partner ci sono due aziende dedicate proprio alla strutturazione degli stabili, capaci di realizzare sensori specifici per ogni esigenza e di modellizzare tutti gli impianti creando una sorta di realtà virtuale e aumentata basata sulla digitalizzazione dello stabile stesso. In questo modo si potrà navigare dentro lo stabile e controllare fattori come luce, temperatura, aria, umidità, sia attraverso dati storici sia affinando delle reti neuronali.”
“Abbiamo partecipato ad altri bandi regionali, ma questo ci ha permesso di fare un salto di qualità. In passato avevamo già collaborato con alcuni dei partner coinvolti ma solo per rispondere a specifiche esigenze di singoli clienti. Con SAMBA abbiamo unito le competenze per un obiettivo comune. Questo concetto di behaviour building learning è nato in modo inaspettato da un brainstorming. La fortuna è stata quella di trovarci tutti in Co+Fabb, uno spazio di coworking che è stato a tutti gli effetti il primo luogo di sperimentazione visto che quando abbiamo saputo del bando ci siamo messi attorno a un tavolo per pensare a cosa proporre insieme ad aziende provenienti da ambiti diversi. Nell’arco di tre incontri sono girate talmente tante idee grazie all’apertura mentale derivante dall’arrivare da esperienze differenti, che siamo giunti a concepire un progetto di livello decisamente superiore rispetto a quanto avremmo potuto fare singolarmente.”
E SAMBA è davvero un progetto articolato e ambizioso, per questo procederà per step, ma siccome la condivisione è stato il punto di forza e il motore che ha attivato i partner, i passi avanti verranno condivisi con tutti. Si potrà infatti seguire l’avanzamento dei lavori attraverso un sito dedicato: www.progettosamba.eu. È proprio il caso di dire che l’unione fa la forza e che 1+1 a volte fa 3.