Milano

Agguato allo storico capo ultrà dell'Inter: morto Vittorio Boiocchi

Un agguato a Figino con cinque colpi di pistola ha portato alla morte un capo dei Boys dell'Inter: si cercano due uomini a bordo di uno scooter

Agguato allo storico capo ultrà dell'Inter: morto Vittorio Boiocchi

Un agguato ha portato alla morte lo storico capo ultrà dell'Inter Vittorio Boiocchi, che è morto in una sparatoria a Milano, nel quartiere di Figino. Alla vigilia dei 70 anni, l'uomo è stato colpito da cinque colpi al collo e al torace. Trasportato in codice rosso all'ospedale San Carlo, le sue condizioni erano molto gravi e e l'hanno portato alla morte. L'agguato è avvenuto in via Fratelli Zanzottera, a dare l'allarme sono stati alcuni passanti.

Morto Vittorio Boiocchi, storico capo ultras dell'Inter

Boiocchi, amico da sempre di Franchino Caravita, era uno dei leader storici dei Boys dell'Inter: durante Inter-Udinese si presero a pugni per un coro cantato dagli ultrà in onore di Boiocchi che, dopo 30 anni di carcere (narcotraffico e rapina), si era riaffacciato in curva Nord. A prenderle era stato Caravita. Pochi giorni dopo i due avevano postato una foto insieme, il dito medio alzato. La notizia è subito arrivata a San Siro, dove si stava giocando Inter Sampdoria: la Curva nerazzurra è rimasta in silenzio e senza striscioni per poi abbandonare lo stadio alla fine del primo tempo.

Morte dell'ultrà dell'Inter: si cercano due uomini in scooter

Si cercano due uomini a bordo di uno scooter per l’agguato in cui è stato ucciso Vittorio Boiocchi. Sono almeno cinque i colpi esplosi verso Boiocchi.

Chi era Vittorio Boiocchi, capo ultrà dell'Inter ucciso a Milano

L’ultimo arresto di Vittorio Boiocchi, ucciso in agguato in strada vicino a casa sua, risale al marzo 2021 quando la Squadra mobile di Milano lo aveva sorpreso insieme al socio Paolo Cambedda con una scacciacani modificata, un taser e pettorine della Guardia di Finanza. Era stato condannato a 3 anni e due mesi di reclusione. Solo l’ultima in ordine di tempo delle dieci condanne definitive per reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, porto e detenzione illegale di armi, nonché rapina, sequestro di persona e furto.

 Una storia personale quella del 69enne “contraddistinta - scrivevano i giudici delle misure di prevenzione - dalla sistematica consumazione di gravi reati”, “dalla coltivazione di forti legami con personaggi di spicco della delinquenza organizzata mafiosa legata a Cosa Nostra ed alla cosiddetta “mafia del Brenta’”.

Boiocchi e la Curva dell'Inter: "Prendo 80mila euro al mese..."

Nel 2019 era tornato non solo sugli spalti del Meazza ma aveva ripreso il controllo della Curva come negli anni Ottanta. Fino all’arresto all’anno scorso. Era poi arrivato il giugno successivo anche un periodo di sorveglianza speciale di due anni e mezzo con il divieto di avvicinamento a meno di due chilometri di distanza da San Siro.

 L’obiettivo - scrivevano i giudici era di “spezzare quel legame pericoloso esistente fra Boiocchi Vittorio e la tifoseria interista anche al fine di tutelare i soggetti legati al mondo degli ultrà che non presentino caratteristiche criminali come le sue”. Una frequentazione, quella del mondo dello stadio, che gli consentiva di fare affari da decine di migliaia di euro. Come raccontava lui stesso nell’intercettazioni dell’ultima inchiesta dicendo che “prende circa 80 mila euro al mese tra parcheggi e altre cose. Dice che finalmente erano riusciti a fare una bella cosa con la gestione dei parcheggi, con 700-800 biglietti in mano, due paninari a cui hanno fatto avere il posto che gli danno una somma ad ogni partita”







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