Aice: sostegno alla strategia europea a favore di un commercio libero
L'Associazione italiana commercio estero contro il protezionismo: "Più di 30 milioni i posti di lavoro in Europa dipendono dall’export".
IMPRESE-LAVORO.COM - Milano - “Un miliardo di euro di export supporta in Europa 14.000 posti di lavoro. Sono più di 30 milioni i posti di lavoro in Europa che dipendono dall’export. Ecco perché riteniamo che il commercio internazionale sia una delle più efficaci leve di sviluppo e crescita economica”: da Claudio Rotti, presidente di Aice (l’Associazione italiana commercio estero Confcommercio) un messaggio chiaro di valorizzazione del ruolo centrale dell’Europa nella definizione degli equilibri commerciali mondiali in occasione dell’assemblea pubblica dell’Associazione svoltasi in Confcommercio Milano con il tema “Tra protezionismo e globalizzazione: il commercio internazionale è ancora leva di sviluppo?”. All’assemblea è intervenuto del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: “Aice – ha affermato - ha quasi raddoppiato le aziende associate e oggi il 30% dei soci Aice è un produttore che trova qui un punto di riferimento e di sviluppo per il commercio estero”. Interventi all’assemblea pubblica di Aice in Confcommercio Milano anche del vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala (con delega a export e internazionalizzazione) e dell’assessore del Comune di Milano Cristina Tajani (Politiche del Lavoro, Attività Produttive, Commercio e Risorse Umane). Milano, ha ricordato Rotti “si è rivelata un caso di grande successo in termini di accresciuta visibilità internazionale”. La promozione del brand Milano: attrazione di investimenti esteri, turisti, studenti stranieri, ma anche la promozione all’estero delle eccellenze imprenditoriali della città “può e deve essere – ha sottolineato Rotti – un volano di sviluppo e di creazione di ricchezza non solo per il territorio, ma per l’intero Paese”. L’interscambio dell’Italia con il resto del mondo ha sfiorato (dato 2017) gli 850 miliardi di euro con un saldo positivo di circa 47 miliardi; l’export italiano è cresciuto del 7,5% rispetto al precedente anno. Il momento del commercio internazionale ora non è certo facile: il concetto di libero scambio di merci e servizi quale principio guida nelle politiche commerciali – rileva Aice – è spesso disatteso. Questo 2018 verrà ricordato anche per l’inizio della “Guerra dei dazi” e molte sono le incognite politico-economiche, dalla Brexit alle elezioni europee, che possono influenzare l’andamento degli scambi commerciali. Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) siglato col Canada un anno fa, ha ricordato il presidente di Aice “ha già portato ad un incremento dell’export italiano del 7% con punte del 35% per alcuni prodotti alimentari. L’accordo di libero scambio con la Corea del Sud, entrato in vigore nel 2011, ha fatto aumentare l’export europeo del 55% in tre anni, portando l’Europa in surplus commerciale da una situazione di deficit. L’accordo con il Giappone, che speriamo possa entrare in vigore nella prima metà del 2019, procurerà un risparmio annuale di 1 miliardo di euro per le imprese europee esportatrici grazie alla drastica riduzione dei dazi doganali”.
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